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Caterina Arena

 

Pittrice - Performer

Come ti collochi nel panorama dell’arte contemporanea, cioè che tipo di artista sei?

Sono un'artista che muta come le pannellate su una tela, cangianti nel tratto, ­­­­­­­­­­nella forma e nel colore. L'arte è sperimentare, non rimanere galleggianti nelle acque stagnanti dei nostri preconcetti, ma andare oltre, mettersi in gioco, varcare i propri limiti.    

 

Raccontaci il percorso artistico che ti ha condotta alla realizzazione di performance in cui sei stata protagonista e come si caratterizzano questi tuoi lavori. Ed infine, cosa si prova ad eseguirne una? 

Una continua ricerca di nuove sensazioni ed emozioni. Parto da studi classici ai tempi in cui da ragazzina ingoi e mastichi per farti le ossa, ho nutrito e coltivato un’antica passione per il decoro e soprattutto per la pittura, pilastro delle mie espressioni nel tempo; e poi la mia curiosità mi ha spinta a scoprire una forte passione per performance. La mia storia inizia con la partecipazione a svariate collettive in cui ogni volta nelle mie tele era ben visibile la mia inquietudine attraverso il mio stile, fino a quando, mettendomi completamente in gioco nella performance sia con la mente sia con il corpo, ho provato una sensazione di capacità di espressione globale più completa, adrenalina pura!

 

Attraverso tutte le forme d’arte di cui ci hai parlato fin ora, quali tematiche esplori?

Racconto la vita interiore, quella strada tortuosa, in salita e poi in discesa tanto ripida da farti cadere. Non lo definisco pessimismo, ma coscienza della necessità di una profonda ricerca interiore. Se una mia opera mette tristezza, inquietudine, bruttura ... allora ci sono riuscita.

 

So che sei una persona solare, perché hai l’esigenza di esprimere questo lato oscuro?

Lo spirito umano si compone di tre parti, lato destro, sinistro ed il centro ed, a sua volta, la luce, l’ombra e la sottilissima linea che li abbraccia, la notte, il giorno e l'alba, quell'attimo che cambia tutto, il lato solare, quello lunare e l'equilibrio. L'equilibrio stesso è la lancetta perfettamente al centro, la parte pura della bilancia e basta anche una piuma per rompere questo equilibrio. Tutti conosciamo il bene, la parte solare di noi. Dobbiamo conoscere anche il lato oscuro, la rabbia, l'angoscia, la paura, si deve capire cosa è il male per poter apprezzare il bene, ed ecco che avviene l'equilibrio. Se si viene a conoscenza del bene e del male si dovrebbe stare in centro, l'anima dovrebbe capire, per sua natura, di voler stare al centro come un'equilibrista. Esprimo il lato oscuro raccontando quelle esperienze, quelle sensazioni che feriscono, che lasciano segni, che squartano e lacerano l'anima. Colori scuri su drappi spesso ingialliti e vecchi dai ricordi offuscati.

 

Per quanto riguarda Homologazione, visto l’ampio riscontro, pensate di riproporla e con quali nuove modalità?

Homologazione è un lavoro iniziato con Salvatore Cammilleri e non sarà mai finito perché è un continuo work in progress. Si aggiunge, si toglie, si modifica. Chissà, forse la prossima volta ci sarà la presenza della luce o di comparse o potrebbe essere proposta al di fuori del suo contesto originale, oppure modificarsi tanto da confondersi con lo spazio circostante. Chissà ...

 

Sappiamo che sei il presidente dell’associazione culturale Eureka! Raccontaci perché hai voluto assumere questo ruolo e che cosa significa per te.

Dopo aver fatto parte di varie associazioni, ho trovato in Eureka! uno spirito accompagnatore che mi dice:”Vai!”. E’ una porta spalancata dove “oltre” vedo uno splendido panorama.                 

 

Dopo 6 mesi di attività all’interno di Eureka! che tipo di idea ti stai costruendo sul ruolo dell’arte contemporanea anche con riferimento al tuo territorio?

Eureka! é come un'astronave aliena atterrata al centro della Sicilia. Alcuni umani hanno paura, altri sono curiosi, altri si lasciano rapire, altri l’annienterebbero … ma in realtà sono venuti in pace per ritagliarsi uno spazio in questo universo ...

 

Qual è la tua visione sul futuro artistico dell’associazione culturale Eureka! e che tipo di ruolo conferisci all’arte nei contesti contemporanei?

Dico che chi semina raccoglie e al momento vedo spuntare i germogli. Abbiamo moltissimi progetti in cantiere da sviluppare insieme a tutti gli artisti associati, uniti per il raggiungimento di uno scopo comune. Solo con un esercito coeso, si vincono le battaglie. Tra i principali obiettivi c’è l’idea di avvicinare sempre più i giovani all’arte contemporanea facendo loro apprezzare la bellezza di esprimersi attraverso l’arte.

 

Ho intervistato Salvatore Cammilleri (....); tu sei una tra gli artisti che ha indossato le ali …  Cosa ha provato ad indossare le ali? 

In occasione della performance Homologazione da me e lui concepita, ho indossato le sue ali. E’ stato un incontro tra le nostre poetiche; indossando le ali ho fatto da tramite alla sua poetica e viceversa, uno scambio reciproco.

 

Cosa pensi del ruolo dell’artista contemporaneo?

Purtroppo o per fortuna il concetto di arte è come l'etere, esiste ma non si vede, si percepisce. Oggi in tanti se ne servono dandole così poco valore. Dilaga la presunzione di reputarsi artisti, tanti hanno la convinzione di vedere l’arte come una bell’essere, ma invece hanno accanto una prostituta e non se accorgono.

 

© Annarita Borrelli

 

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