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Cinema - E’ un cerchio imperfetto - Alessia Vegro


Risponde Alessia Vegro, sceneggiatrice e produttrice del film "E’ un cerchio imperfetto".


“E’ un cerchio imperfetto” è un lungometraggio autoprodotto, quali difficoltà hai dovuto superare per la sua realizzazione?

Credo la prima, vera, grande difficoltà sia stata la mia testa. Nel senso, quando decidi di fare un passo del genere, sapendo che puoi contare solo su te stessa, devi innanzitutto capire quanto ci credi e a quel punto chiederti se è un'illusione, una bugia che ti stai raccontando o realmente hai qualche possibilità di non sfracellarti... Ecco, quando ho completato la sceneggiatura e ho iniziato a crederci con tutta me stessa, a non apportare modifiche, a non richiedere un piano inquadrature più semplice e classico, allora le cose hanno iniziato a girare sul serio. E' come se nel momento stesso che io per prima ero assolutamente certa che la strada del film era quello di essere indipendente da tutti i punti di vista, ossia non solo law-budget ma anche dal punto di vista narrativo e filmico, l'Universo abbia fatto di tutto per far arrivare le persone e i luoghi giusti. Per il resto credo che le difficoltà siano state quelle di ogni produttore: coinvolgere la gente, trovare il giusto equilibrio tra il lasciare spazio alle idee altrui senza far travolgere le proprie, trovare le location più adatte e, soprattutto, intessere reali rapporti di fiducia con chi mi ha accompagnata in questo viaggio.

Raccontaci brevemente quali sono state le collaborazioni più soddisfacenti ai fini della realizzazione del film ...

Ognuna delle persone con cui mi sono relazionata mi ha, a modo suo, dato tanto. Ma direi che il film non sarebbe quello che è se non fosse stato per la presenza di Francesco Ciccone, il direttore della fotografia. Esperienza, passione, decisione: è stata la presenza davvero fondamentale sul set e i confronti con lui sono quelli che mi hanno più arricchita sia dal punto di vista professionale che umano. Sempre sul set se c'era una persona a cui sapevo di potermi appoggiare era l'assistente alla regia, Gianluigi Tarditi. Se tutto girava come un ingranaggio perfettamente oliato è stato per merito suo. E con la sua professionalità ha reso il mio vivere il set un'avventura davvero impagabile. Non posso poi non fare il nome di Federico Tummolo, con i suoi microfoni prima e il suo mixer poi ha letteralmente dato voce e suoni e atmosfera alla mia storia. E ancora, da non dimenticare Bruno Mameli al montaggio: io e lui abbiamo lavorato tanto, e duramente, e con infinita pazienza arrivando ad un numero infinito di tagli che danno un ritmo molto particolare a tutta l'opera, un effetto che non sarebbe stato possibile ottenere anche senza le sue competenze musicali.

Quali soddisfazioni ti ha dato realizzare “E’ un cerchio imperfetto”?

Una su tutte: riuscire a dare vita e corpo e voce a una storia che sentivo particolarmente. Quando personaggi che vedi solo tu e con cui parli solo tu diventano visibili a chiunque abbia la pazienza di ascoltare la loro storia... beh, che potrei chiedere di più? E poi c'è il fatto di aver dimostrato che è possibile fare qualcosa di diverso partendo da un'unica cosa: un grande sogno. Ti ci devi mettere con tutta te stessa e davvero devi rinunciare a molto ma quando la prima volta vedi il tuo film completo su uno schermo... dimentichi tutto quello che hai passato e ti senti bene come non mai.


Il tuo film ha vinto diversi premi, raccontaci questa storia ...

I premi... quelle inaspettate soddisfazioni che ti fanno capire che tutto il tuo impegno, la tua passione, le notti insonni sono servite a qualcosa. E non per il premio in sé. E' che il fatto che qualcuno abbia scelto il tuo film significa che l'ha capito, che ne è stato toccato in qualche modo. E questo, da sceneggiatrice, è sempre stato il mio vero obiettivo: riuscire a comunicare un'emozione, riuscire a lanciare un messaggio. Che poi raggiunga 1 persona o 10 o 100 o... non importa. Se sono riuscita ad emozionare anche solo una persona beh... allora tutto il lavoro ha un senso. Quindi ecco, quando è arrivata la prima mail per comunicarmi che E' un Cerchio Imperfetto aveva vinto al MEDff (Mediterranean Film Festival) nella categoria Best Producer, per quanto ancora mi venga da sorridere al pensiero visto che, nonostante tutto, faccio fatica a osservarmi nelle vesti della produttrice, ho capito che avevo vinto la sfida più grande. Non solo la scelta della storia da narrare ma anche tutto quello che ne consegue. Ero riuscita ad unire in un unico set le teste più adatte per quel progetto, ad avere le location che meglio avrebbero reso l'impatto emotivo, ad ascoltare e selezionare i suggerimenti che arrivavano da chi mi stava più vicino, a dare i giusti volti ai miei personaggi, a creare dei rapporti con splendidi musicisti che mi hanno permesso di utilizzare le loro musiche. Insomma... non solo avevo scritto ma ero riuscita a costruirci attorno un intero mondo. Ma ovviamente un film è un lavoro corale quindi un terzo posto come Miglior Lungometraggio al RedCorner Film Festival era il giusto riconoscimento per tutti coloro che ci hanno creduto con me e quel mondo l'hanno realizzato fisicamente e materialmente arricchendolo con le loro presenze. Ora si aspetta ottobre, quando si terrà il Toronto International Nollywood Film Festival. Il fatto che il nostro film abbia attraversato l'oceano e sia tra i finalisti come Miglior Lungometraggio in Canada beh... credo ci siano emozioni che non sono in grado di esprimere a parole!


“E’ un cerchio imperfetto” ed i suoi retroscena ...

Direi che sono due i retroscena davvero degni di nota. Quando ho scritto la sceneggiatura erano previste delle riprese in un ospedale psichiatrico poco fuori Roma e in tutte le scene era essenziale l'architettura del luogo. Purtroppo però si è rivelato inagibile nel periodo in cui avremmo dovuto girare così, pensando a possibili alternative, Ciccone ha proposto un sopralluogo alla Rampa Prenestina che si è rivelata una location straordinaria. Ho semplicemente dovuto cambiare alcune cose in sceneggiatura ma il senso non ne è rimasto intaccato e i particolari murales presenti si sono rivelati adattissimi al significato di una delle scene più importanti dell'intero film. Un altro retroscena riguarda la scelta di un personaggio, Roll. Avevamo scovato una giovanissima attrice che fisicamente incarnava il personaggio in maniera perfetta: l'avevo vista e avevo capito che, semplicemente, era lei. Purtroppo però il giorno prima delle riprese delle sue scene la regista ha avuto da ridire, dopo che lei stessa aveva approvato la scelta senza riserve, e a quel punto avevamo una location prenotata, l'autunno alle porte e nessuna seconda scelta. Morale, essendo l'unica a conoscere tutti i dialoghi a memoria mi sono dovuta improvvisare attrice nonostante quella davanti all'obiettivo sia la posizione più scomoda che io conosca. Come si dice: show must go on... Ironia della sorte, la stessa regista ha abbandonato il progetto dopo aver tenuto il montaggio in sospeso per diverso tempo, preferendo seguire altre strade. Alla fine, prendendo il suo posto accanto al montatore, mi sono ritrovata a vivere tutto il processo di realizzazione in prima linea: nessun'altra esperienza avrebbe mai potuto arricchirmi e insegnarmi tanto quanto realizzare questo lungometraggio.


Progetti cinematografici per il futuro...

In effetti sto iniziando a pensarci solo ora, al mio domani in ambito cinematografico. Mi sono presa una pausa dal set e da tutto quello che comporta al termine della post produzione tornando alla mia prima, originaria passione, quella da cui tutto ha avuto inizio: la scrittura. Cimentarmi con il mio primo romanzo e avere un tempo sufficiente di decompressione da set mi ha permesso di svuotare la testa e riordinare le idee quindi al momento mi sto dedicando ad alcune nuove storie che mi piacerebbe sviluppare come sceneggiature. Diciamo che un'idea particolarmente chiara ce l'ho: il prossimo film lo voglio fare esclusivamente da sceneggiatrice. Metto in conto grattacapi e discussioni con un eventuale produttore... ma cedo volentieri lo stress organizzativo del prima-durante-dopo. Per il prossimo capitolo di vita, diciamo, voglio dedicarmi completamente ai miei personaggi.


di Annarita Borrelli



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