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Giuseppe Veneziano

 

Pittore

Photo by Livio Mallia

Chi è Giuseppe Veneziano?

...Bella domanda!!!

 

La tua produzione artistica si compenetra in diverse dimensioni concettuali, qual è il tuo obiettivo quando inizi a dipingere?

Non ho ambizioni “concettuali” con il mio lavoro. Se esiste un concetto nell'arte è già intrinseco nella sua stessa natura. Non esiste arte senza concetto. Quella che spacciano per “arte concettuale” è solo concetto senza arte, un modo per svilire l'oggetto estetico. Il mio obiettivo è quello di realizzare delle opere che possano sollecitare un senso critico e riflessivo su tutto ciò che ha a che fare con la nostra esistenza.

 

Ironicamente le tue opere denunciano una lotta antichissima tra realtà e finzione. Cos’è reale, cos’è la realtà, dove risiede il confine tra vero e falso per Giuseppe Veneziano?

Nell'epoca in cui viviamo la realtà e la finzione sono perfettamente interscambiabili. Io cerco di amplificare il più possibile quest'aspetto nell'arte affinché si prenda coscienza di quello che sta succedendo. Molti miei quadri hanno come soggetto personaggi reali e fittizi, proprio per integrarlistessa dimensione rappresentativa.

 

Che valore hanno tecnica e poetica nella tua produzione?

Hanno un valore importante, direi determinante, ma non sono il frutto di una ricerca forsennata per trovare uno stile originale, sono la naturale conseguenza di un'esperienza artista precedente a quella pittorica. Per molti anni, prima di approdare alla pittura, ho frequentato il mondo della satira politica, dell'illustrazione e del fumetto.

 

Qual è l’opera più rappresentativamente iniziatica della tua carriera?

E' il ritratto gigante di Bin Laden realizzato nel 2001. Una delle mie prime opere realizzate con l'intenzione di fare un'opera d'arte contemporanea.

 

Quali sono i tuoi riferimenti artistici classici e contemporanei considerando anche tutte le forme d’arte di secoli come il fumetto ed il cinema?

I riferimenti all'arte del passato sono continui. Sono molto affascinato dalla storia dell'arte ed in particolar modo dal Rinascimento e dal Barocco. Artisti come Raffaello e Caravaggio sono fonti inesauribili di stimoli e di continue riflessioni. Il fumetto ed il cinema sono le mie due passioni contemporanee che spesso cito nei miei quadri, in particolare mi riferisco ai fumetti di Andrea Pazienza e al cinema di Paolo Sorrentino.

 

Cos’è, a tuo avviso, arte contemporanea? E ancora, che ruolo attribuisci all’arte oggi e quale ritieni possa diventare la sua funzione in una dimensione futura?

L'arte è un termometro che misura il clima culturale di ogni epoca. L'arte contemporanea in generale non ha un ruolo ben preciso. E' questa impossibilità a definirla che la rende inafferrabile e per molti aspetti incomprensibile. Ogni artista ci rivela la sua visione personale dell'arte. Per avere una visione più ampia dell'arte contemporanea si dovrebbero conoscere più artisti possibile.

 

Giuseppe Veneziano nasce in Sicilia, ma vive a Milano. Quanto soffri per le ferite della Sicilia e cosa pensi si possa fare per vederla al centro di un circolo virtuoso per l’arte?

La Sicilia la si ama o la si odia con la stessa intensità. Chi vi nasce non può provare un sentimento mite. Per renderla competitiva con altre regioni dovrebbe avere più strutture espositive pubbliche e private ed un mercato più aperto, anche ai molti turisti stranieri. Quelle poche realtà che conosco sono partite con il piede giusto, ma dopo un po' hanno perso quello slancio iniziale.

 

Usi un linguaggio diretto e, quindi, universale. Facendo ancora riferimento alla tua terra, cosa c’è di siciliano nella tua arte?

Ho sempre detto che il miei colori fanno più riferimento ai carretti siciliani che dalla Pop Art. Tuttavia i simboli che uso, in effetti, non hanno una matrice siciliana. Questo è dovuto al fatto che appartengo ad una generazione che è cresciuta davanti alla TV, che ha vissuto una certa omologazione di valori estetici. La mia sicilianità, paradossalmente, la vivo di più da quando sono andato via rispetto a quando vivevo in Sicilia. Penso al nostro Paese.

 

Quale credi sia la causa degli affanni di cui soffre attualmente l’arte e quale soluzione proporresti, se esiste, per superare l’empasse della difficoltà di esprimersi per diffondere la propria arte come ampliamento di se stessi? Suggeriscici una frase che possa essere da guida per un giovane artista.

Il problema è sempre lo stesso, ognuno coltiva soltanto il proprio orticello di potere nell'arte e, nel difenderlo, disdegna il lavoro fatto da altri. L'Italia è un grande paese per la sua storia e per i suoi abitanti che l'hanno resa così bella ed unica. Penso che la conoscenza della storia sia molto importante e molti artisti italiani hanno poche nozioni in merito e per questo hanno una un'identità molto fragile. Una frase per un giovane artista: “scava nel passato, troverai le tue radici”.

 

© Annarita Borrelli

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