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Musica - Motus Trio

"Motus Trio" ossia "trio dinamico, del movimento": dinamica di colori timbrici, dinamica di volumi sonori, dinamica interpretativa e d'improvvisazione. Intuizioni in divenire che puntano al raggiungimento di un elegante equilibrio sonoro per un nuovo e "dinamico" coinvolgimento emotivo.

Emanuele Micacchi dinamicamente risponde …


Chi sono i Motus Trio?

Siamo Emanuele Micacchi al pianoforte, Damiano De Santis alla chitarra e Stefano Guercilena al contrabbasso. Abbiamo creato una formazione che avesse un profilo cameristico, distintivo del mondo classico, a livello di sonorità acustiche e nella creazione di atmosfere tipiche della musica di ascolto, ma dai contenuti musicali moderni: jazz, musica contemporanea, world music, sinteticamente parlando. Come spesso accade, il gruppo musicale è nato da un gruppo di amici, felici di suonare insieme e condividere le stesse idee e gusti musicali ... L'interplay sviluppatosi nel tempo ha dato l'input alla determinazione di un ensemble ben definito e originale in tutti i suoi aspetti: nella formazione (siamo un gruppo drumless), nella composizione, nell'arrangiamento, nella concezione dell'interplay improvvisativo ... Il Motus è nato quindi con lo scopo di mettere in opera la realizzazione di una nuova concezione stilistica di sincretismo musicale che non affonda le sue radici esclusivamente nei suoi contenuti puramente di sound e mood, ma soprattutto nel modo di relazionarsi "in divenire" (da qui "motus" = movimento) dei musicisti tra loro, all'interno della dinamica dei brani.


Raccontateci in sintesi l’esperienza musicale del vostro gruppo …

Suoniamo insieme da 5 anni. Il nostro connubio artistico nasce nel febbraio 2012. Ci presentiamo al pubblico esclusivamente con brani di nostra creazione, i quali rispecchiano in toto la nostra multiforme formazione musicale, forgiatasi in conservatorio e durante esperienze professionali nei contesti artistici più disparati: composizioni che rimandano alla musica classica tardo-romantica, brani swing, fusion, brani strumentali contemporanei, ballad, tanghi-jazz, ambient, blues, jazz moderno. Nel 2016 esce il nostro primo album “Mental Space”, edito dalla EmmeRecordLabel di Enrico Moccia: trattasi di una suite strumentale, un concept album, dove gli 11 brani sono legati tra loro, sia sotto l’aspetto musicale-armonico, che dal punto di vista immaginifico. Obiettivo cardine è comunicare all’ascoltatore un senso di unitarietà dell’opera e far risaltare i principali tratti distintivi della nostra identità artistica: dal punto di vista tecnico, nessun esecutore è subalterno agli altri, ma siamo 3 solisti che dialogano tra loro, grazie ad un arrangiamento che permette una pratica di improvvisazione del tutto originale; dal punto di vista creativo-compositivo, realizzare sempre opere particolari, come giustappunto il nostro recente concept album.


Da dove nasce l’idea di unire la musica jazz alla musica classica e a quella contemporanea?

L’idea di far coesistere o meglio far compenetrare la musica jazz con quella classica e contemporanea, nasce da un’impostazione eclettica di concezione e consapevolezza musicale che ci accomuna, dovuta ad una formazione e ad una esperienza di studio versatile, a dei gusti musicali eterogenei e soprattutto ad esperienze artistico professionali differenti. Non crediamo molto alle barriere tra generi musicali e citando F. Zappa, uno dei massimi antesignani del sincretismo musicale: “Parlare di musica è come danzare di architettura”, proprio perché puntiamo a fare musica di qualità attraverso competenza e creatività, privi dell’impulso finalizzato a catalogarci all’interno di un genere musicale predefinito.


I Motus Trio nel futuro …

Nel nostro immediato futuro, puntiamo alla promozione dell’album “Mental Space”: sarebbe molto gratificante per noi far conoscere e comunicare ad un vasto pubblico questa particolarissima opera musicale. Per il futuro non immediato, abbiamo in serbo la realizzazione di altri dischi e progettualità che prevedono diverse collaborazioni artistiche, poiché possiamo contare su un vasto e ancora “celato” repertorio di composizioni originali …


di Daniela Cannarozzo


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