top of page

Musica - Alessandro Bertozzi


Alessandro Bertozzi come vede Alessandro Bertozzi?

Lo vedo come un artista che cerca di esprimersi cercando nuove sonorità, a seconda del momento e dello stimolo. Mi è sempre piaciuto suonare un po’di tutto, senza barriere di genere, perchè catalogare la musica per generi secondo me è sbagliato. C’è musica che ti trasmette sensazioni e musica che non ti dice niente e questo va al di là del genere.

Perchè il sax?

Ho cominciato a suonare nella banda del mio paese (Busseto) e ho iniziato suonando il clarinetto, ma ero invidioso di chi suonava il sax perchè mi sembrava uno strumento piu‘ „moderno“.Finchè a 13 anni ho cominciato a studiarlo e non l’ho piu’abbandonato. Tra l’altro sono autodidatta perchè allora nei Conservatori il sax non lo si studiava in quanto non era ancora considerato uno strumento „nobile“, cosa che poi è avvenuta qualche anno dopo.

Da dove arriva e su quale direzione va la tua ricerca artistica?

La sonorità che mi accompagna da una vita è il jazz/funky, mi ha sempre affascinato molto il jazz elettrico degli anni 80-90 e ho fatto qualche disco in quella direzione sonora. Nelle ultime produzioni invece mi sono un po’staccato da questo suono, ad esempio nel Cd di 2 anni fa „Into the strings“ ho unito un trio funky ad un’orchestra d’archi e il risultato è piaciuto, mi ha dato molta soddisfazione realizzarlo.

Parlaci di "TRAIT D’UNION"...

In Trait d’union sono riuscito finalmente a mettere insieme il suono di un trio jazz/funky a tutti quei suoni africani che mi hanno sempre affascinato fin da piccolo, dalle percussioni tribali ai canti tradizionali. I brevi testi delle melodie sono in lingua Wolof e il significato di tutti questi testi è uno solo : stiamo uniti, camminiamo insieme. Ho sentito il bisogno, in questo momento storico intriso di odio, di rabbia e di razzismo, di fare qualcosa nel mio piccolo per combattere queste cose. La musica puo’trasmettere un senso di unità molto piu’facilmente che tante parole perchè nella musica non ci sono colori o confini, ci sono solo sensazioni.

...E nel futuro?

L’obiettivo finale di questo progetto è presentare nei teatri lo spettacolo live „Trait d’union“, dove insieme ai brani di questo Cd presenteremo anche altri brani conosciuti, pero‘ rifatti e riarrangiati con questa sonorità jazz/afro. Erano già state fissate alcune date per questa stagione invernale che pero’purtroppo sono saltate per l’emergenza Covid19, speriamo di riuscire al piu’presto ad uscire da questa situazione in modo che l’attività live riprenda. Perchè la cosa piu’importante per ogni musicista o artista rimane sempre una sola : suonare live, il concerto virtuale per adesso non è ancora in grado di trasmettere al pubblico le sensazioni di un concerto live. Allo stesso modo in cui chi suona deve sentire le vibrazioni del pubblico in sala per sentirsi appagato…

Lo staff di ignorarte

Tag:

Percorsi
Archivio
bottom of page