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Musica - Valentina Fin


Valentina per cominciare l’intervista parliamo subito del disco: ci vuoi raccontare questo tuo nuovo disco intitolato Tumiza ed uscito per Emme Record Label?

Certo...partiamo dal titolo, che certamente è un po' insolito: “TUMIZA”. Si tratta infatti del contrario di AZIMUTH, lo storico trio di cui faceva parte, insieme a John Taylor e Kenny Wheeler, la cantante inglese Norma Winstone, a cui ho dedicato il disco. Il disco è suddiviso in due parti definite, per usare un gioco di parole “A Norma” e “Fuori Norma”. La prima è dichiaratamente un omaggio alla cantante inglese ed è costituita da alcuni brani di grandi compositori del jazz contemporaneo quali Fred Hersh, Kenny Wheeler, Steve Swallow sui quali Norma Winstone scrisse dei testi davvero molto poetici. La seconda parte, invece, racconta un po' più quella che è la mia realtà musicale con due pezzi originali con il testo in italiano e un bellissimo brano di Louis Cole.

Perché in questo disco hai deciso di rendere omaggio alla grande artista e vocalist Norma Winstone?

Questa idea, ovvero di dedicare un disco a Norma Winstone, nota jazz vocalist inglese, è nata nell'estate 2015, quando ho avuto la possibilità di studiare con lei ad un seminario estivo a Merano. Sono rimasta davvero molto colpita dalla sua personalità e dalla sua identità musicale e non solo. Ho deciso di studiare e ricercare la storia e la musica di questa cantante e ho scoperto che il suo repertorio e il suo approccio musicale mi piacevano ancora di più. Per questo in occasione del mio diploma di conservatorio, l'ho approfondito e ho eseguito una ricerca più strutturata. Qualche tempo dopo insieme a Francesco Pollon al pianoforte e a Manuel Caliumi al sassofono, ho deciso di concretizzare il tutto andando in studio e così è nato TUMIZA.

Oltre a Norma Winstone ci vuoi raccontare quali sono i tuoi riferimenti musicali principali?

Le sonorità che più mi ispirano sono senz'altro quelle della storica casa discografica ECM. In particolare mi piace molto il trio di Stefano Battaglia, con Roberto Dani e Salvatore Maiore che ritengo colossi dell'espressività. Ma posso citare anche Sara Serpa, sopraffina cantante portoghese contemporanea, come anche Jeanne Lee nei dischi in duo con Ran Blake. Per quanto riguarda, invece, “gli storici”, senza dubbio il mio preferito rimane Frank Sinatra.

Parlaci ora del tuo percorso musicale e artistico. Come ti sei avvicinata alla musica e come si è sviluppo questo tuo interesse nel corso del tempo?

Ho iniziato ad avvicinarmi alla musica all’età di 13 anni, frequentando le prime lezioni di tecnica vocale presso l’Accademia del Canto di Arzignano, a Vicenza, sotto la guida del Maestro Roberto Clerici. A 19 anni mi sono iscritta alla scuola di musica Thelonious di Vicenza e qui mi sono avvicinata al jazz con la Maestra Francesca Bertazzo Hart. Dopo il mio diploma al conservatorio, però, ho approfondito anche il canto corale e il canto lirico. Ho scoperto con il tempo che mi piace molto spaziare fra i generi, anche per quanto riguarda lo studio. Sicuramente prendo ispirazione dalla commistione tra i generi e cerco di tenerne conto anche in fase di arrangiamento, composizione o elaborazione di un progetto mio.

Per quanto riguarda il futuro, invece, vuoi segnalarci qualche nuovo progetto in cantiere o qualche live in particolare?

Per quanto riguarda i live, nel 2020 conto di poter dare molto spazio a TUMIZA. Per il momento posso segnalare due live, uno in febbraio a Padova e uno in maggio in Alto Adige, ma qualche festival anche all'estero è sicuramente in cantiere. Dopo l'esperienza che abbiamo avuto in ottobre in Romania a Sibiu Jazz Contest, l'idea di portare TUMIZA anche all'estero mi convince sempre di più. Per quanto riguarda i progetti futuri, invece, sto studiando un repertorio particolare, musica spagnola considerata “classica” ma per cui sto facendo degli arrangiamenti in chiave jazz. Penso che nel corso dell'anno potrei tornare in studio, ma si vedrà!

Lo staff di ignorarte

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