Quando si esce dagli schemi tentando di esprimere il proprio Io, si rischia molto. La voglia di vivere svincolati da restrizioni e regole prestabilite rende spesso capaci di intraprendere questo difficile percorso, così diverso fino al reietto. La libertà di pensiero, di espressione, non sempre viene accolta come un pregio … anzi, spesso suscita desiderio di condanna ed emarginazione. E proprio per questa voglia, forse, nasce “Teatro Libero”. Per il profondo desiderio di dare spazio alle voci giuste fugge verso i piani alti di un edificio nella nota zona dei Navigli, quasi volesse staccarsi dalla routine Milanese, fatta di aperitivi e shopping sfrenato, nascosto, solo, agli occhi di chi non vuol vedere. Novantanove poltrone rosse, di fronte ad un palco che propone temi di ordinaria realtà. Per dare voce a chi parla una lingua chiara, pulita, seppure scomoda e pungente. Un teatro, fatto di gente che non ha paura di gridare la propria passione. I temi trattati spaziano nella crudezza della nostra contemporaneità, senza veli né inganni. Ma cosa vuol dire essere “libero” oggi, davanti agli occhi di uno spettatore? Assetati, come siamo, di etichette e buone maniere, liberandoci dalle paure più recondite, dalle nostre imperfezioni, saremo veramente liberi di vivere senza regole o schemi che ci rendano più o meno “accettabili” agli occhi degli altri? E’ forse un modo per esprimere al meglio il nostro essere egoista e sprezzante nei confronti degli altri? Un modo attraverso cui ferire l’ipocrisia mondana e dimostrare che “la libertà” è semplicemente l’idea, il pensiero, la scelta? La libertà, dunque, di vivere godendo appieno dei propri sentimenti, della vista, del gusto, dell’amicizia, dell’amore. L’amore … sarà questa la chiave? L’amore per la vita, per l’arte, la musica? Sotto la direzione artistica di Corrado d'Elia e Corrado Accordino, “Teatro Libero” è una realtà che diventa spettacolo.
di Manuela Trobia