"Ricordami di essere felice", l'ultimo libro di Claudio Volpe, bellissima contraddizione (apparente ) fra il titolo e i racconti che contiene, costruiti attorno a personaggi nevrotici,tragici, come il pedofilo che si confessa sul punto di essere giustiziato, l'omosessuale punito nel lager delle prigioni russe,il nazista sopravvissuto a Norimberga, la donna che racconta le violenze subite. Personaggi disegnati da una scrittura passionale, densa, diversi fra loro ma pur così vicini. Un'indagine epistemologica su cosa sia la felicità? No: un dipinto Caravaggesco, una danza esistenziale nella tempesta che il male di vivere avvolge e c'induce ad essere visionari a guardare al di là delle conclamate e conclamanti apparenze. Lo scrittore in genere scrive perché la vita non cada, non ceda, il nostro giovane autore lo fa creando scene teatrali che da ponte fanno fra la realtà e la sua immaginazione. C'è un personaggio che mi sta particolarmente a cuore, quello del poeta, a mio parere oggi particolarmente attuale, che non si toglie la vita "solo" perché crede ancora nell'uso liturgico e terapeutico della parola, come riscatto, come sfida al "divino "... oggi sempre più "umano troppo umano "..e così si ritorna al titolo … si ricordiamoci di essere felici, conservando quel "naufragar m''è dolce "di memoria Leopardiana.
di Anna Palasciano