Foto di Marco Ravelli
No comment, rispondono i Pinguini.
Raccontateci in sintesi l’esperienza musicale del vostro gruppo …
Nasciamo nella magica e terribile Valle Seriana ormai qualche anno fa. L’idea iniziale che portò i primi di noi in saletta fu trasformare le canzoni che si sentivano a messa in canzoni metal. L’idea fu abbandonata poco dopo per pigrizia e ci si trasformò nell’embrione di quel che siamo adesso, musicalmente parlando. Cioè giovani cazzari che fanno canzoni per ridere e senza pretese. Da allora ad oggi, diversi cambi di formazione, un EP e due dischi, ma in fondo quel che facciamo è sempre la stessa cosa. Per noi suonare e' come giocare a pokemon giallo nel cortile della scuola: è sicuramente bello farlo per conto proprio sulle scale, ma è molto meglio farlo con altri venti bimbi dietro le spalle che ti acclamano, ti insultano, ti sputano sulla schiena e ridono con te (e di te).
Da quali influenze attinge il vostro sound?
Parecchie. Non possiamo non citare tutti i gruppi della scena black metal norvegese, che ci hanno dato molto, oltre che band come Caninus e Polli Azzannatori. Yoko Ono è sicuramente stata un faro per molto del nostro lavoro, così come George di Shooting Stars, popolare quiz inglese degli anni ’00. In generale possiamo dire che tutto quello che facciamo è un tentativo di avvicinarci a Dragostea din tei degli Haiducii.
Quali sono i riflessi nella vostra vita che credete siano stati frutto delle vostre esperienze nel gruppo?
In realtà c’è da dire che non ci sono tante cose specifiche della nostra vita che si ripercuotono su quello che facciamo con la musica, e comunque siamo abbastanza riservati su questo. C'e' anche da dire che però cazzo Giorgia potevi anche uscire a prendere un gelato in centro a Bergamo il 26 agosto con me eh! Però rispetto la tua scelta. Di stare zitella a vita.
Partendo dal vostro ultimo lavoro dove arriverà la vostra musica?
Dove arriveremo non lo sappiamo proprio. Nel profondo, noi speriamo che un giorno la nostra musica venga cantata in Chiesa, che poi e' da dove proviene originariamente. Speriamo di poter tornare da dove veniamo, prima di morire del tutto.
di Salvatore Cammilleri