Per Sergio Angeli: chi è Corrado Delfini? Per Corrado Delfini: chi è Sergio Angeli?
Sergio Angeli: Corrado è un amico, un artista che stimo molto.
Corrado Delfini: Sergio Angeli oltre ad essere un mio caro amico, è un artista che stimo e che da anni si dedica assiduamente e con dedizione alla sua poetica artistica.
Come nasce la vostra coppia artistica e come vi collocate nel panorama dell’arte contemporanea?
Corrado Delfini: Nasce da una comune visione di progettualità e quindi in risposta alla necessità di individuare forme e strumenti innovativi per lo sviluppo e la promozione di nuovi linguaggi contemporanei che esprimano aspetti presenti e passati della nostra società. Da qui nasce la nostra condivisione, mantenendo ognuno il proprio Unicum. Per quanto riguarda la mia personale collocazione nell’ambito del panorama dell’arte contemporanea vorrei citare un bellissimo pensiero di Pierre Joseph Proudhon, il quale affermava: “Gli artisti devono mettersi in rapporto con la coscienza del loro tempo, altrimenti le loro opere, senza un fine, senza una ragione, non saranno arte ma “ninnoli”, deliziosi intrattenimenti ... questa è la mia collocazione.
Come si incontrano e come si fondono le vostre poetiche?
Corrado Delfini: Credo che le nostre poetiche siano una sintesi nell’utilizzo di materiali industriali obsoleti, che hanno avuto per un breve periodo una loro valenza e una loro forza nel panorama consumistico e che poi successivamente siano stati buttati via. La nostra mission è quella di dare una nuova funzionalità a tali oggetti quindi un continuum alla loro storia.
Con lo stesso spirito della domanda precedente, come si fondono le vostre tecniche?
Sergio Angeli: Credo che la nostra tecnica tenda all’innovazione, di fatto abbiamo sostituito quelle tradizionali con l'utilizzo di oggetti di scarto industriale. In realtà oognuno di noi mantiene le proprie caratteristiche personali nell’atto della creazione; Io utilizzo anche materiale organico come i capelli per creare un contrappunto con gli avanzi industriali e un’integrazione tra opposti. Corrado realizza opere nette, quasi tridimensionali, e per renderle tali utilizza pezzi meccanici molto grandi, esteticamente ingombranti che però riescono a dare forza alle sue figure meccaniche.
Siete ideatori di un progetto comune La Materia dell’Assenza che andrà in scena a breve. Come nasce quest’esperienza?
Corrado Delfini: Fondamentalmente questa idea non nasce preconfezionata, pur condividendo tematiche alquanto attuali e corrispondenti in termini artistici. Era un pò di tempo che ci chiedevamo se fossero maturati i tempi per sintetizzare e concettualizzare questi aspetti e renderli visibili a tutti e perché non coinvolgere altri artisti? Da quando collaboriamo é stato di certo importante l’incontro con Lorenzo Canova con cui abbiamo potuto elaborare nuove idee e soluzioni.
Per questo progetto avete collaborato anche con altri, che significato attribuite alla collaborazione nell’arte?
Sergio Angeli: Credo sia fondamentale per un artista interagire con altre realtà creative, questo da sempre, non solo in questi tempi. Aiuta molto a crescere interiormente frequentare gli studi di altri artisti, conoscere altri modi di lavorare, altre poetiche. Ci si mette in gioco, si mostra la propria interiorità e la si concede anche ad altri.
Corrado Delfini: Frequentare gli atelier di pittori o scultori e conoscere il loro mondo e il loro work in progress, è per me un grosso arricchimento interiore. Tutti i miei incontri non sono mai scontati, anzi mi lasciano sempre qualcosa di positivo, mi rendono vivo.
A vostro avviso, qual è il ruolo dell’artista contemporaneo a confronto con i tempi moderni?
Sergio Angeli: Una missione per ognuno di noi. Mostrare il vero volto di questa società, ecco cosa deve fare un artista oggi. Tutto è superfluo, tutto è provvisorio. I sentimenti sono diventati un mezzo di consumo, le passioni rabbrividiscono di fronte alla potenza dei mezzi di comunicazione che ci sono oggi. Una nuova decadenza, ecco cosa vedo. Non intendo una decadenza culturale, non solo, piuttosto una perdita totale dell'umanità, della spiritualità. L'uomo è sconfitto, è sopraffatto dalle macchine e dalla tecnologia, ma questo ancora non lo sa. Continua a svegliarsi al mattino con l'illusione di avere uno scopo. Con l'illusione di essere vivo. In realtà l'uomo stesso è divenuto mezzo di consumo. Una artista contemporaneo deve mostrare al proprio tempo ciò che vede, ciò che è diventato il suo mondo. A costo di essere brutale. L'artista credo debba essere uno strumento del proprio tempo. Una speranza, una verità riflessa negli occhi di qualcuno. Ecco cosa può essere un artista in questo mondo.
Corrado Delfini: Penso che il tempo è connesso all’azione, al gesto, all’agire quindi in realtà il tempo sono io, e sono sempre io che lo gestisco, che lo faccio scorrere e che agisco, e quindi produco. Il tempo non è altro che un oggetto non ben definito che si muove nello spazio infinito. Da qui nasce la mia ricerca e il mio lavoro nel riuscire a sintetizzare questi due aspetti, ed è sempre qui che nasce questo viaggio affascinante nei meandri di questo nuovo decadentismo umano che sprigiona enormi quantità di uomini sconfitti, privi di valori dove il consumismo annichilisce ogni forma di romanticismo e dove l’artista deve avere la forza di mettersi a disposizione della sua arte diventando il mezzo per raccontare il proprio tempo.
Il vostro processo creativo sembra dettato da un sentire del momento, quanto vi è di istintivo e quanto di premeditato?
Sergio Angeli: C'è molto istinto. Mi percepisco come uno strumento, un mezzo per far accadere qualcosa di magico e visionario. Di premeditato non c'è nulla direi. C'è solo elaborazione.
Corrado Delfini: Anch’io credo che la nostra tecnica sia molto istintiva e gestuale. Personalmente procedo da un’elaborazione concettuale fino a cicli pittorici, come se l’opera fosse un romanzo con vari capitoli ed ogni capitolo corrispondesse ad un ciclo pittorico e alla profonda ricerca del non finito.
Nel vostro progetto entreranno in gioco altri artisti e avrete modo di sperimentare diverse modalità di integrazione creativa. Ma come si integrano, appunto, la video art e la scultura con i vostri lavori?
Sergio Angeli: Gli artisti con i quali stiamo collaborando, Montez, Angelo Secondini e Marcella Persichetti, hanno condiviso da subito la nostra poetica e le nostre interpretazioni artistiche. Anche Montez fa uso di materiali riciclati e quindi è estremamente in linea con i nostri intenti artistici. Secondini interpreta attraverso il video un mondo fatiscente, un mondo scartato e poco visibile. La Persichetti esalta attraverso l'obiettivo realtà urbane, scorci e momenti del quotidiano che sfuggono ai più. Ciò che ci accomuna è la visione artistica di una realtà nascosta che la maggior parte delle persone non vede ma che è li con loro, tutti i giorni. Il lavoro di ognuno di noi sarà giudice del nostro tempo e chi verrà ad osservarlo non potrà far finta di niente.
© Annarita Borrelli