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Intervistare l'Arte - Roberta Melasecca


Roberta Melasecca … come arriva all’arte?

L’arte è nella mia vita da quando ero bambina: mia madre è una artista e per anni e anni ho trascorso giornate intere tra mostre, estemporanee, allestimenti, profumi di colori, pennelli. Ho preso la strada dell’architettura che non è diversa dall’arte: sono entrambe modi di guardare le cose. Per me è stata sempre di primaria importanza la conoscenza, la scoperta, approfondire tutte le vie possibili che mi potevano portare alla bellezza.


La tua passione si divide tra l’arte e l’architettura, parlacene.

Il mio percorso professionale parte dall’architettura. Io sono prima di tutto architetto e la mia formazione è il filtro attraverso il quale guardo la realtà che mi è intorno. Proprio per questo il mio mondo non è unidirezionale ma profondamente sfaccettato e multidisciplinare. Arte, architettura, teatro, cinema, danza, musica, letteratura, poesia, arte culinaria: tutto rientra in quel grande universo che costruisce il nostro essere operatori culturali e dove ogni disciplina trova ricchezza e impulso dalle altre.


Tre artisti del passato anteriore, del passato prossimo e del presente che avresti voluto curare.

In questi anni di lavoro nel campo della comunicazione e nella gestione di Interno 14 ho conosciuto artisti di grande valore, con un percorso artistico interessante e coinvolgente. A volte non è necessario curare degli artisti per viverne profondamente ciò che anima le loro opere e il loro operare. Ed ho vissuto momenti potenti, a volte anche catartici, che mi hanno permesso di affrontare il lavoro da sempre diversi e nuovi punti di vista. A volte basta una parola, un segno, una immagine. E questi ho cercato, cerco e cercherò nel futuro.


Su quali basi e valori tendi a fondare il rapporto professionale con gli artisti con cui collabori?

In tutto quello che faccio fondamentale è per me la sincerità, la trasparenza e la correttezza, apertura al dialogo e al confronto. Cerco di approfondire e conoscere in modo dettagliato il lavoro di ogni artista per poterne capire l’essenza; ma più importante di tutto è per me il rapporto umano, il rispetto reciproco e il riconoscersi come uomini e donne che vogliono lavorare e agire sempre per il bene comune.


Quale credi sia il ruolo dell’artista contemporaneo?

L’artista ha un importante missione oggi : quella di amplificare i sogni e le visioni, essere specchio delle profonde esigenze del cuore, mente e anima di ognuno di noi.


Esiste una figura della tua vita che vorresti ringraziare per aver contribuito al tuo percorso professionale?

Ogni persona che incontro sulla mia strada è sempre un grande dono per me e mi aiuta a crescere e migliorare. In particolare voglio dire grazie a Luigi Prestinenza Puglisi che ha creduto in me quando ancora nulla sapevo di quello che ero e poca fiducia avevo nelle mie capacità.


La tua esperienza curatoriale inizia da … raccontaci …

La mia esperienza curatoriale inizia con Pamela Ferri per una mostra a Interno 14 a Roma nel 2013. Una mostra curata da me non in modo ufficiale ma da un punto di vista personale e profondamente spirituale. Con Pamela e il suo lavoro ho riscoperto una parte di me assopita e dormiente. La mia vita è stata completamente sconvolta. Sì, perchè l’arte, l’architettura, ed aggiungo ora la scrittura, non sono solo lavoro ma vita, passione, visione, futuro, libertà, gioia, tristezza, pianto, commozione, dedizione, sacrificio, trascendenza, catarsi, realtà, fantasia.


La tua esperienza curatoriale continuerà con … raccontaci …

La mia esperienza curatoriale è appena all’inizio e credo che ancora molto devo imparare. Ma inseguo la mia visione e come mi ha detto qualche giorno fa un artista “Bisogna tenerci alla propria visione, accarezzarla, nutrirla, coltivarla e poi esserla”. Io voglio esserla ed è per questo che sto portando avanti un progetto che inaugurerà il 15 novembre a Madrid. “Essenziale. Certe volte sogno” è l’incontro con il mondo del pensiero, attraverso gli occhi di vari protagonisti della cultura e dell’arte. Indaga quel luogo di confine dove lo spazio mentale, interiore, delle idee entra in relazione con l’esterno e con l’altro: l’esatto momento in cui l’idea “diventa”, prende corpo, risulta visibile e si confronta con la realtà fisica, con il quotidiano e con le nuove frontiere tecnologiche. Esplora i processi della creazione, nelle sue molteplicità di livelli, prospettive, stratificazioni, complessità; come tali processi traslano dagli universi interiori a quelli esteriori e come, in un procedimento inverso, vengono percepiti e vissuti.


I segreti di una buona collaborazione …

Il segreto è il confronto continuo, imparare dall’altro, ammettere i propri errori e non accontentarsi mai, pretendere sempre di più da se stessi. Ma la vera regola d’oro è amare ed essere nella gioia. Andare oltre le fatiche e i sacrifici proprio perchè è Itaca che si vuole raggiungere.


© Annarita Borrelli


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