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Intervistare l'arte - Tamara Borghini


Come nasce la tua passione per l’arte?

Nasce in maniera spontanea; vent’anni fa ho cominciato ad avvicinarmi al mondo dell’arte contemporanea e nel corso del tempo ho seguito gli artisti per questa mia passione. Poi avendo la mia attività di illuminotecnica si è aperto uno spazio imprenditoriale nella mia situazione e ho pensato di unire la mia competenza con la mia passione. Quindi è nata Beaarte.


Sotto quali auspici nasce Beaarte?

Beearte, che è una galleria di arte contemporanea, indaga gli artisti che hanno interesse ad utilizzare la luce come mezzo di espressione; infatti Beaarte ha un sottotitolo che è “artisti con la luce”.


La tua galleria segue una linea curatoriale specifica; raccontaci le radici di queste scelte …

La nostra linea curatoriale è una linea particolare perché, in realtà, mira a combinare coppie di artisti adatti allo schema delle bipersonali, un artista più storicizzato e uno meno, artisti che siano capaci di dialogare tra loro. L’elemento fondante è la luce. Cosa vuol dire luce? Luce vuol dire molte cose partendo dall’utilizzo stretto della luce arriva alla luce come mezzo per realizzare una piccola ombra sulla parete, quindi è tutto quello che è in mezzo.


Su quali basi si fonda la relazione con gli artisti che entrano nel mondo di Beaarte?

La relazione con gli artisti è mediata dalla luce. Beearte è un mondo particolare che ha una sua specificità attorno alla quale ruota tutto, sia il rapporto con i curatori, sia il rapporto con gli artisti, sia la linea dello sviluppo futuro.


Quali prerogative deve avere un artista con cui ti piace collaborare?

Non si può prescindere dalla luce; ad esempio, Fiorella Rizzo, con cui abbiamo realizzato una mostra molto importante, racchiude il suo essere artista nel concetto: “penso in anni luce e agisco in secondi”; ha realizzato una serie di installazioni dove il concetto della luce esiste nel ruolo tra interiorità ed esteriorità, questo si realizza con l’aggiunta di elementi come le lampadine spente; la luce diventa il punto di riferimento dell’installazione per comprendere la differenza tra la potenza dell’arte e la realtà quotidiana.


Cosa pensi dell’attuale scena artistica italiana?

Non sono in grado di commentare la scena artistica italiana, vengo da un’esperienza troppo recente, seguo chiaramente ciò che posso sul percorso delle altre gallerie, seguo convegni, non prescindendo dalla mia cultura personale; ho un rapporto con l’arte contemporanea un po’ critico, non sono una né fruitrice né sperimentatrice passiva perché ho una mia personale soggettività che mi porta a distinguere tra chi cerca lo shock e chi fa un percorso, ho un’idea molto precisa di questo; però sicuramente tutta la scena artistica è produttrice di stimoli che seguo e colgo con piacere.


Avendo la possibilità scegliere … tre opere del passato che ti piacerebbe avere ….

Sul passato non posso prescindere da Caravaggio che è l’uomo della luce, ma anche da Van Gogh che nella luce scopre elementi fortissimi … poi io impazzisco per Mario Schifano che con la luce non ha legami, ma è una persona con cui io mi relaziono psicologicamente. Tra artisti del momento potrei fare tanti nomi indipendentemente dalla luce …


Beaarte nel futuro ...

Beaarte ha l’obiettivo di crescere cercando di entrare nel mercato internazionale.


Quale credi sia il ruolo dell’artista contemporaneo?

Il genere umano è in evoluzione continua, io penso che gli artisti siano quelle persone che prima degli altri avvertono la direzione nella quale si sta muovendo il genere umano, e che quindi abbiano un’idea del futuro e siano i primi attraverso le loro opere a indicare in una forma emotiva, inconscia, questa direzione. Secondo me dentro un’artista ci deve essere questa visione del futuro.


Quale credi sia il ruolo del gallerista contemporaneo?

Credo sia stato fondamentale in tutte le epoche. Il binomio tra gallerista e artista è importantissimo, chiaramente oltre al gallerista ci sono le istituzioni pubbliche che hanno lo stesso ruolo del gallerista mediato dalla società contemporanea, ma è fondamentale che ci sia questo binomio infatti, secondo me, lo Stato dovrebbe aiutare lo sviluppo di questo binomio tra gallerista e artista nel tempo. Da sempre il gallerista è stato colui che ha permesso all’artista di crescere.


© Annarita Borrelli


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