Un lavoro urgente e spontaneo: così i “Il Diluvio” definiscono il loro primo disco. La band bresciana, composta da Omar Khrisat (chitarra acustica), Simone Bettinzoli (chitarra elettrica/voce), Alessandro Serioli (tastiera/voce) e Piero Bassini (batteria), propone un sound ipnotico che richiama alla mente viaggi sensoriali tra diverse dimensioni.
Come nascono i “Il Diluvio”?
Il Diluvio è un progetto nato sulle basi di precedenti esperienze che ci accomunavano; una volta arrivati all'attuale formazione abbiamo deciso di ripartire completamente da zero ed il risultato è ciò che siamo oggi.
Raccontateci in sintesi l’esperienza musicale del vostro gruppo…
Musicalmente parlando, tutto ciò che abbiamo prodotto finora è frutto delle nostre sensazioni. Non ci siamo mai imposti limitazioni o strade da seguire obbligatoriamente: il lavoro è quanto di più naturale potessimo fare e, ovviamente, in ogni brano si possono sentire anche le influenze musicali di ognuno di noi, anche solo in echi lontani.
Il vostro disco d’esordio è autoprodotto. Cosa significa per voi self publishing e quali sono le difficoltà che avete riscontrato?
Dopo ore ed ore di prove ed aggiustamenti, in studio ci siamo giunti già preparati, avendo fatto delle pre-produzioni che, seppur “caserecce”, ci hanno dato un’impronta già molto definita del lavoro che avremmo dovuto poi fare in fase di incisione in studio. A questo punto ha avuto un ruolo fondamentale Giovanni Bottoglia, fonico e sound engineer degli studi Indiebox Music Hall di Brescia, dove abbiamo registrato l’EP, nel convogliare le nostre idee verso il sound definitivo che si trova nel disco, senza però mai snaturarle od imponendoci soluzioni che a noi non sembrassero “fighe”.
Musica e vita quotidiana…in che modo si incastrano?
Chiaramente stiamo facendo parecchi sforzi e sacrifici per riuscire a conciliare tutti gli aspetti che emergono nel fare musica, che acquista un posto sempre più importante nelle nostre vite, e gli impegni personali di ognuno di noi. Ma per adesso non ci stanchiamo assolutamente di farli, perché i risultati stanno tutti nelle soddisfazioni, anche piccole, che ci stiamo togliendo da quando abbiamo iniziato a scrivere i pezzi!
Progetti per l’immediato futuro…
La cosa fondamentale per noi ora è di far conoscere il nostro lavoro al maggior numero di persone possibile, quindi continuiamo a cercare nuovi palchi su cui salire per suonare i nostri pezzi in contesti ideali, affinché vengano anche ascoltati e capiti nella maniera corretta e non semplicemente “sentiti”. Parallelamente siamo ovviamente già al lavoro nella scrittura di pezzi nuovi, poiché sedersi sugli allori di un primo EP sarebbe un vero e proprio delitto!
di Daniela Cannarozzo