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Sipari - La bella addormentata di Ciaikovskij al teatro Quirino


Abbandonare lo stress di tutti i giorni ed avere la sensazione di essere parte per due ore di un ordine cosmico perfettamente cristallino. Sì, un mondo impossibile forse troppo melenso, fatto di regole, riverenze e scelte precostituite. Questo è l'effetto de La bella addormentata di Ciaikovskij, con protagonisti gli abili ballerini del Moscow State Ballet, in scena al Quirino dal 22 al 26 Marzo.


Vicino alle corti principesche del nostro passato ma con, in aggiunta, la "patina ricostituente" e il filtro dei Fratelli Grimm (Fiabe del focolare, 1812). La storia ha radici lontane e deriva addirittura da Sole, Luna e Talia racconto presente all'interno de Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, crudo, fatto di violenze e stupri. Sicuramente molto lontano dal Balletto tradizionale del Moscow State Ballet che dalla prima rappresentazione del 1890 presso il Teatro Marijnskij di San Pietroburgo che riprende la versione soft di Charles Perrault e confluisce nell'immaginario del capolavoro Disney Sleeping Beauty del 1959, non solo per le musiche ma per la carica onirica dell'interpretazione.

La versione presentata al Quirino, ridotta in due atti, colpisce immediatamente per la raffinatezza romantica dei costumi di J. Samodurov, tutù che sembrano di zucchero a velo, allegri ed insieme delicati. Le fate che proteggono la culla di Aurora sono caratterizzate da vesti di colore diverso che con la tonalità ne indicano il temperamento, il giallo per il brio, il rosso per l'estrosa ballerina orientale. La tonalità corrisponde alla maniera di cadenzare i passi sul palco e di volteggiare. Basta confrontare i costumi ideati da Leon Bakst per lo stesso balletto, tra la moda francese settecentesca pomposa e rococò e la fascinazione Art Nouveau che si nutre di motivi geometrici e fitomorfi. Samudorov lavora asciugando e minimalizzando la foggia dei costumi, aggiungendo luccichio e brillantini per una forma elegante e limpida.

Olga Pavlova interpreta una leggiadrissima Aurora che, non solo riesce a padroneggiare il difficile Adagio delle rose con arabesque e panché ripetuti a ritmo sostenuto, ma spicca anche nei passi a due grazie alla bravura di Sergey Skvortsov, dinamico, fluido e potente negli slanci.

Interessante la tesi di Bruno Bettelheim che nel suo contributo "Psicanalisi dei racconti di fate" parla per La bella addormentata di un percorso iniziatico, di passaggio dall'infanzia all'età adulta, simboleggiato dal sangue del dito punto dall'ago. La pulsione erotica è infatti già presente nella corte spietata dei quattro pretendenti che lascia Aurora spaesata e diffidente per poi coronarsi nel pas a deux del risveglio dal sonno profondo e nei divertenti passi a due di Cappuccetto rosso con il lupo, il Gatto con gli stivali e la gatta bianca, l'Uccello Blu e la Principessa Florine.


di Giorgia Basili



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