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Intervistare l'arte - DustyEye


Raccontateci la breve storia dei DustyEye …

I DustyEye nacquero come collettivo artistico nella turbolenza emotiva dei primi anni ’10. Un po’ per interessi comuni, un po’ perché le reflex iniziarono a costare meno, abbiamo iniziato lavorando con la fotografia. Uno scatto di quei primi tempi, “Alice in Wasteland”, è incluso nel volume Le Camere Oscure, redatto da Enzo Biffi Gentili in occasione dell’omonima esposizione a Cuneo nel Complesso Monumentale di San Francesco nel 2014.

Nel 2013 l’epifania, la fotografia era ovunque. Le compagne delle medie un po’ bruttine si scoprirono alternative model. I siti industriali fatiscenti erano improvvisamente meta di pellegrinaggi di massa di giovani fotografi, carichi di attrezzature, alla ricerca del tatuaggio perfetto.

Era tempo di tentare con i collage. La fotografia fu declassata a semplice materia prima grezza da ritagliare e impastare in un ciclo di 42 tavole. Nessun filo conduttore, ma per una ragione ai noi stessi ignota spesso spiccavano maiali e pappagalli a guisa di animali totemici.

Siamo ad aprile 2015 la prima Maniglia della Prospettiva Totale fu abusivamente installata a Roma, nel cuore di Villa Borghese. Il successo dell’iniziativa ci ha condotti nei mesi successivi ad installarne in varie location italiane. Ad oggi ne vantiamo una al MAU Museo di Torino, una al Winter Line Museum di Livergnano e un’altra decina sparse per la penisola.

Il 2016 è la volta della controversa installazione Un Mese di Bontà - Sovversivo invito alla Lungimiranza, dove si offriva la scelta di sottrarre cinque euro da una teca in vetro, dotata di martello per agevolare la rottura, o attendere trenta giorni per vedere distribuiti in quello stesso luogo cento testi letterari Classici.

Ben inaugurato il 2017 con il lancio de Il Migliore dei Futuri Possibili. Insomma sette anni piuttosto densi.


Qual è la vostra missione artistica?

Siamo nel 2317, a maggio. Il piccolo Sluffy Van Bitter ha passato tutto l’anno scolastico sul filo della sufficienza. Pure con qualche problemino di condotta. Gli piace ascoltare la musica neopostpunk e andare al parco con gli amici a fare acrobazie con il suo skateboard sonico. È intelligente, ma non si applica. Rischia di venire bocciato, ma se riesce a prendere un bell’8 nell’interrogazione di Storia dell’Arte non dovrà ripetere l’anno. Tira fuori il sussidiario e decide di studiare seriamente, almeno questa volta. L’insegnate fa sempre iniziare con un argomento a piacere, quindi sfoglia svogliato le pagine decidendo su cosa concentrarsi. L’inizio terzo millennio pare un buon periodo, c’era quel Giorgio Finamore con il suo gotico postmoderno. Salvatore Cammilleri che spargeva ali e neon come se piovessero. Però niente … ha bisogno di qualcosa di più frivolo. Gli occhi vanno a cadere su quel paragrafetto dedicato ai DustyEye con la loro Maniglia della Prospettiva Totale o il Mese di Bontà, sembra un argomento abbastanza facile con cui intortare quel fesso ologramma di un professore saccente.

Ecco… vuoi sapere la nostra missione artistica? Aiutare il giovane Sluffy a portare a casa una promozione facile, facile per poi concedersi un’estate di skateboard sonico e, se tutto va bene, magari pure un bel limone duro con la biondina dell’altra classe.


Perché l’uso delle maschere?

Anni di selfie spinto. Anni dove metterci la faccia sembra più importante di metterci contenuto. Le anime più miserevoli spintonano per finire a fare le scimmie sul palco di un talent show, nella speranza che una tripletta di falliti conceda loro un successo tanto frivolo quanto di breve durata. Le maschere aiutano a mettere da parte il proprio Ego in funzione di una progettualità comune, dove non sono le persone ad avere bisogno di attenzione, ma le idee.

Inoltre c’è la famosa “regola dell’horror”, in un film dell’orrore il mostro ha molto più fascino quando si cela nella penombra. Appena si rivela in tutta la sua fisicità, per quanto aberrante, non è più così temibile.

Le nostre maschere sono state realizzate dallo stesso artigiano veneziano che ha prodotto quelle del capolavoro Eyes Wide Shut di Kubrick, siamo certi che siano più accattivanti dei nostri lineamenti. In fondo avremmo solo una manciata di occhi, un pugno di nasi e qualche bocca. Nulla che non abbiate già visto appoggiato sul collo di una qualsiasi persona.


Da cosa trae ispirazione il mondo dei DustyEye?

Senza alcun dubbio dalla letteratura, in particolar modo da quegli autori che nei secoli hanno saputo seppellire con una risata. Potremmo fare alcuni nomi come Jonathan Swift, Voltaire, Cervates, Mark Twain, Douglas Adams e Kurt Vonnegut. Sono loro i giganti sulle cui spalle cerchiamo di sedere con rispetto. Uomini le cui parole hanno saputo ispirare generazioni nascondendo dietro ad un sorriso, talvolta un ghigno, quanto di più bieco e nobile alberghi nell’Uomo.

Molti dei nostri lavori contengono in maniera più o meno esplicita dei tributi al loro pensiero, sperando che non venga mai dimenticato.


Tre opere d’arte che vorreste possedere e perché?

Pronta per una risposta radicale e tagliente? L’Arte non la si può possedere. L’Arte è immortale, l’Uomo deperibile. Qualche manciata di anni e poi tutti sotto terra ad alimentare quel Cerchio della Vita tanto caro al Re Leone… “è una giostra che va”. L’Arte si può quindi al massimo affittare egoisticamente per un breve periodo prima di lasciarla a chi verrà. Per questo non esiste un singolo pezzo che vorremmo chiudere in una cassaforte dopo averci pure sborsato una fortuna. L’Arte dovrebbe essere di tutti e aiutare l’Umanità a crescere. Detto questo ci sono dei pezzi che vorremmo vedere, con cui riempirci occhi e spirito prima appunto di fare la nota Fine a cui tutti siamo destinati: - sfogliare una prima edizione dei Viaggi di Gulliver (dio buono che libro strepitoso!); - assistere alla proiezione da una pellicola originale de Il Senso della Vita dei Monty Python; - per chiudere la tripletta, non sarebbe male trovarsi per le mani un chiodo della croce di Cristo, perché cerchiamo di essere onesti, la crocefissione dev’essere stata la performance più spettacolare di sempre.


In un mondo senza alcun tipo di limite, quale opera realizzereste?

Priva un uomo di qualsiasi limite e ne farai un Dio, ma a noi la dimensione dell’Onnipotenza ci interessa poco. Preferiamo scontrarci con le difficoltà, di qualsiasi natura esse siano: economica, tecnica o morale. È da questo attrito che traiamo l’energia per i nostri progetti, perché raggiungere la vetta di una montagna in elicottero da molta meno soddisfazione che godersi il panorama con i muscoli indolenziti dalla scalata.

C’è poi da dire che siamo orgogliosi di quanto abbiamo realizzato fino ad oggi, potrebbe però essere interessante ampliare il raggio d’azione estendendolo a livello europeo e non solo italiano.

D’altra parte i DustyEye non hanno mai generato un singolo euro di profitto e ne siamo particolarmente orgogliosi. Arte per l’Arte. Quindi al tempo di elaborazione delle idee, della realizzazione e dell’organizzazione logistica, vanno aggiunte le ore spese sul posto di lavoro, le code al supermercato, le file in posta per pagare le bollette, il traffico cittadino e tutte quelle micro perdite di tempo che abbiamo imparato a dare per scontate, ma che spesso tolgono la forza di alzare gli occhi al cielo e ricordare che siamo “scimmie con le scarpe” su un sassolino ai limiti di una delle infinite galassie.


Una vostra opera a cui siete particolarmente affezionati …

Dovendone scegliere una ci sentiamo quasi costretti a nominare la Maniglia della Prospettiva Totale, perché ci ha portato su e giù per la penisola raccogliendo non poche soddisfazioni. Ultima tra queste il suo ingresso negli archivi della Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea a Roma.

Ma come una mamma che stringe tra le braccia il suo piccolo bebè, ti parleremo de Il Migliore dei Futuri Possibili, l’ultimo progetto lanciato proprio lo scorso marzo. Si tratta di una serie di targhe commemorative, incise su lastre di alluminio, che celebrano eventi epocali del Domani. Un viaggio nel Futuro tra le pieghe dello spaziotempo. Il primo ciclo di targhe prevede sei installazioni, di cui cinque già affisse, in quei luoghi che saranno teatro di momenti epocali della Storia a venire. Parliamo degli sviluppi dell’Intelligenza artificiale, delle derive dei social network, o ancora delle misure estreme ai problemi ambientali.

Viaggiare nel Tempo non è affatto semplice, richiede una lunga preparazione fisica e ad ogni spostamento transtemporale si consumano parecchi liquidi. Più di una volta abbiamo rischiato la disidratazione. Per questo è richiesto un duro allenamento e un’alimentazione ferrea. Certo, è una sfida che accettiamo volentieri in nome dell’Arte.


Quale credete sia il ruolo dell’artista contemporaneo?

A questa domanda preferiremmo non rispondere, l’umiltà è una virtù che non andrebbe mai accantonata. Noi ci stiamo muovendo in ambito artistico da poco più di sette anni. Anni di duro lavoro, sudore impegno e dedizione, ma non abbiamo alcuna autorità per poterci esprimere in merito alla condotta più corretta che un artista dovrebbe mantenere per reputarsi tale. Noi stessi siamo immersi in un percorso che ha avuto non poche svolte e non sappiamo assolutamente dove andrà a parare. Una cosa è certa però, chi si colora i capelli pensando che metà del lavoro d’Artista sia compiuto, dovrebbe valutare più una carriera come tester della L'Oreal.


Secondo voi come saranno l’Arte ed il suo mondo nel futuro?

Come ti dicevamo poco più su, con Il Migliore dei Futuri Possibili stiamo intraprendendo regolari pellegrinazioni nel Domani. Quindi non supponiamo come potrebbe essere, lo sappiamo per certo. L’Arte continuerà ad esistere fintantoché l’Uomo avrà fiato. Continueranno ad essere approfondite le discipline tradizionali, dalla pittura alla scultura, musica, cinema, fumetto e inaspettatamente tra qualche manciata di decenni tornerà in gran voga il mosaico. Poi si aggiungeranno le arti nate dallo sviluppo tecnologico, ci saranno interessantissimi musei visitabili solo nell’iperrealtà amplificata online. Artisti che faranno dell’ologramma la loro creta. Niente male infine la geniale mano che scolpirà l’intera superfice di Marte ricavandone un busto in tributo a Nicola Tesla.

Dispiace invece ammettere che per ben quattro secoli e mezzo nel sesto millennio tutta la produzione artistica verrà delegata a degli algoritmi senzienti.


Qual è secondo voi la cosa più ironica al mondo e quale quella più logica?

La cosa più logica è affrontare il mondo con ironia.




© Annarita Borrelli


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