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Pensando a Jannis Kounellis


Evento: Pensando a Jannis Kounellis

Da un’idea di: Luigi de Cinque

A cura di: Francesco Giulio Farachi, Alessia Ferraro e Roberta Sole

Organizzazione, coordinamento: Maurizio Bedini

Luogo e periodo: MUEF ArtGallery via Angelo Poliziano, 78 / B – ROMA 5 – 10 maggio 2017 Orario di apertura dal martedì al sabato h. 17,30 – 20,00 ingresso gratuito

Vernice: venerdì, 5 maggio – h. 18,30


Artisti partecipanti: Raffaele Arringoli – Maurizio Bedini – Egidio Cosimato – Luigi de Cinque – Durer Group – Valerio Domenico de Cinque/Corrado Ippoliti – Federica Feleppa – Marco Fratarcangeli – Lavinia Marcozzi – Emanuela Moretti


In seguito alla recente scomparsa di Jannis Kounellis, il MUEF ArtGallery ha ideato una mostra a lui ispirata. L’artista greco ateniese, giunto appena ventenne a Roma per rimanerci tutta la vita a sentirsi italiano, è stato un grande esponente dell’arte povera, movimento esploso sul finire degli anni sessanta in reazione all’arte tradizionale. Kounellis usava supporti e materiali poveri, e riformulando una complessità di lessici espressivi a lui antecedenti o contemporanei, dall’informale materico al classicismo dei reperti greco-romani, dal concettuale linguistico all’oggettualismo new-dada e novo-realista, fino al de-strutturalismo installativo e performativo, ha originato una nuova e sensibile poetica dell’immagine, in cui i materiali e la loro disposizione nello spazio, divenuti veri e propri elementi pittorici, evocano memoria storica e soprattutto traducono coscienza d’identità culturale. Il progetto espositivo verte sull’incontro/confronto fra due diverse generazioni di artisti i quali, in omaggio al grande maestro, hanno inteso restituire la propria personale suggestione della sua idea artistica, in modo da rendere esplicite, per lo spettatore, le modalità in cui il maestro dell’arte povera abbia influito, e continui a influire, sull’immaginario comune. Il primo gruppo è quello di chi ha incontrato più o meno direttamente Jannis Kounellis, ne ha frequentato gli stessi ambiti culturali e formativi, ha vissuto anche da fronti lontani gli stessi tempi e le stesse tensioni nel dibattito e nella produzione artistici; il secondo è quello dell’ultima e più imminente età, di chi ha conosciuto il Kounellis già celebrato e il suo percorso già sviluppato e maturato. Per chiarire maggiormente le differenze o le similarità interpretative fra questi due gruppi, si è optato per un percorso allestitivo nel quale, a ciascuno di essi, è stata destinata una sala della galleria. Lo spettatore si troverà, quindi, ad ammirare creazioni tangibili ed esplicative di una pratica installativo-performativa che utilizzano un linguaggio fortemente improntato all’immediatezza e coinvolgono il pubblico in un sottile gioco di richiami e allusioni. Lavori in cui l’abilità di manipolare il materiale organico e naturale, al fine di sottolineare il legame tra l’uomo e il mondo, è un chiaro segnale non solo di quanto l’opera di Kounellis abbia indicato ai suoi contemporanei, ma anche di come essa mantenga la sua freschezza propositiva per le generazioni future. Un’esposizione che ha lo scopo di tracciare i contorni di come ognuno sente e avverte, non già la figura di Kounellis, ma il senso della sua ricerca artistica e umana, provare a conoscere quale colore abbia il sottile confine tra il mondo della rappresentazione e quello reale.

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