Dalla liguria con furore... chiara Ragnini
Chiara si racconta…
Sono una giovane donna di 34 anni che si racconta attraverso la musica dall’adolescenza. Ricordo ancora, da piccola, la passione che i miei genitori mi hanno trasmesso per l’ascolto, nel senso più ampio del termine: da quello verso la buona musica fino a quello delle persone, importantissimo per scrivere canzoni. Ho un percorso di studi alle spalle molto eterogeneo: ho studiato prima chitarra classica e poi canto fra i 14 e i 17 anni, studio che prosegue ancora oggi, ho affrontato con impegno il liceo classico e mi sono laureata specialistica in Informatica, dando sfogo sia alla mia parte più emotiva che a quella più razionale. Non mi sono fatta mancare nulla, insomma. Credo che ogni stimolo per la propria creatività sia essenziale per sentirsi vivi ed affrontare i propri demoni. Io lo faccio tutti i giorni attraverso le canzoni, che ho imparato, negli anni, a trasformare in una estensione di me onesta e diretta, con cui mettermi a nudo senza filtri, lasciando da parte la ragione e facendo parlare il cuore.
Il mio percorso musicale, sino ad ora, è costellato di tanti piccoli pezzetti che mi hanno dato sempre grande soddisfazione: mi ritengo molto fortunata ad aver scelto una strada difficoltosa ma sincera, fatta di sudore, di palchi, di confronto e determinazione. Elementi che oggi non dovrebbero mai mancare in un progetto musicale duraturo e che abbia molte storie da raccontare.
Come nascono i tuoi pezzi?
Le canzoni nascono spesso e volentieri dalla quotidianità: può essere di ispirazione un libro, la scena di un film, il racconto di un’amica, una mia esperienza personale. Non esiste una regola precisa, se non quella di lasciar scorrere il proprio flusso di coscienza e non imporsi nessun tipo di filtro al riguardo. Non amo scrivere a tavolino ma mi impongo una certa costanza: cerco di non restare per troppe settimane senza scrivere nulla, sia per tenermi allenata dal punto di vista creativo sia perché, a livello razionale, si possono perdere dei pezzi per strada, che riemergono spontaneamente imbracciando la chitarra o il piano e cominciando a lasciar lavorare la fantasia.
Le canzoni del mio ultimo disco sono nate tutte negli ultimi tre anni e raccontano dei rapporti fra due persone e delle loro mille sfaccettature: ci sono brani che parlano di amicizie finite male, di amori violenti, di dolore ma anche di dolcezza e di viaggi, di distanze e di affinità. Ognuna di loro rispecchia storie che ho sentito raccontare o che ho vissuto in prima persona. Ogni canzone scritta è un pezzettino di me, una visione dei sentimenti attraverso i miei occhi e le mie sensazioni. Scrivere è la migliore terapia.
Musica e vita quotidiana … in che modo si incastrano?
Con grande fatica e determinazione, come per tutte le cose. Ci vuole metodo e costanza per unire il lavoro di tutti i giorni ai propri progetti creativi. Io sono un’informatica e nella quotidianità mi occupo di software engineering: questo mi avvantaggia moltissimo perché conosco molto bene gli strumenti che la rete mette a disposizione di noi musicisti e che oggi credo sia fondamentale saper utilizzare con astuzia. La frase che più spesso ricorre fra gli addetti ai lavori è “siate imprenditori di voi stessi” e c’è una grande verità dietro questa affermazione: essa si applica non solo al contesto artistico ma alla vita stessa. La conoscenza è potere e maggiori strumenti si hanno a disposizione maggiore sarà la consapevolezza con cui si affronta un progetto, che sia musicale o di altra natura.
Quali sono i tuoi progetti per l’immediato futuro?
I prossimi mesi saranno dedicati alla promozione del disco e dopo l’estate con la band si lavorerà per portare dal vivo, sul palco, le sonorità che lo rappresentano, anche in chiave maggiormente rock. Sto per diventare mamma e questa è un’altra splendida avventura, anzi, la mia canzone più bella, che non vedo l’ora di affrontare. Saranno mesi intensi, i prossimi, ricchi di energia e passione.
di Daniela Cannarozzo