EVOLUZIONE DI UN PROGETTO DI COSTRUZIONE EVOLUTION OF A CONSTRUCTION PROJECT
Pier Giorgio De Pinto
Spazio 5B Collezione Luca Berla, Bellinzona, Ticino.
29 aprile – 1 luglio 2017
La geometria che uso ampiamente nel mio lavoro trova le sue radici nello studio della natura, così come i principi matematici che la compongono. Molte forme osservate in natura possono essere correlate alla geometria; ad esempio le api costruiscono in forma esagonale le cellule che contengono il loro miele. Nel mio lavoro c'è soprattutto uno studio sulla geometria tradizionale "sacra" che si riferisce ai cinque solidi platonici e allo studio della “Divina Proportione” tanto cara al matematico Luca Pacioli e a Leonardo da Vinci. I cinque solidi platonici sono da sempre correlati in questo ordine: il cubo alla terra, il tetraedro al fuoco, l’ottaedro all’aria, l’icosaedro all'acqua, e il dodecaedro all'universo o "prana/etere".
Platone scrisse che, "La terra vista dall'alto, assomiglia ad una palla contenuta in dodici pezzi di pelle cuciti tra di loro”, con questa osservazione si iniziò a considerare il dodecaedro come simbolo di Gaia, il pianeta vivente “Terra”. Trovo interessante questa connessione tra scienza/ambiente/natura e filosofia che ha generato uno dei miei più importanti progetti chiamato “Future is now”; progetto ancora in evoluzione che, con la mostra presso lo Spazio 5B, si arricchisce di tutta una serie di nuovi lavori presentati al pubblico per la prima volta.
Con “Future is now”, sono partito dallo studi sulle migliaia di diverse sfaccettature del corpo, focalizzandomi su un tema antico quanto l'uomo stesso, tema che è nato con l'uomo come espressione ma anche limite della sua identità storica (la Terra è piatta o sferica? Siamo soli nell’Universo? C’è un ordine superiore che ci guida e che ci ha creati? etc…). Un Genius Loci (spirito del luogo), inteso come confronto territoriale per una definizione geografica/geometrica, partendo dal corpo come territorio in termini di proporzioni "divine". Questo aspetto parte quindi dal corpo ma include un viaggio verso il nostro ambiente, si espande in una visione verso il nostro intero pianeta, il cui percorso può essere tracciato a partire dalla superficie del corpo, sviluppandolo, successivamente, in termini di caratteristiche esoteriche contemporanee, e il loro rapporto con le forme archetipiche del passato.
Con le mie ricerche invito l'uomo a guardare verso la Natura come situazione primordiale ma coniugando questa visione all’uso della tecnologia. Realizzo progetti sul rapporto speciale tra Terra, Scienze, Spiritualità, Geometria e Geografia, attraversando diverse discipline artistiche. Ogni opera è solitamente costituita da un'installazione trans mediale; ovvero con l’uso di video, immagini digitali, installazioni interattive, performance, teatro sperimentale, danza contemporanea. Per fare questo beneficio dello sviluppo di molti software per la creazione di oggetti 3D e animazioni computerizzate, per la Realtà aumentata, la Realtà Virtuale, i codici QR e altre tecnologie. La tecnologia in se stessa se raccontata tale e quale finisce per annoiare e lo stupore che crea è momentaneo ed esauribile nel giro di pochi secondi. Per questo motivo sviluppo i miei temi sempre coniugando tradizione e tecnologia quindi da un punto di vista storico e al contempo analitico; il risultato è un’analisi in bilico tra pragmatismo e visione, razionalità ed emozione. Suscito nel fruitore delle mie opere una reazione di pensiero e di azione e non solo un approccio passivo.
Gran parte del mio lavoro si basa su foto o video la cui fruizione “digitale” rimuove il senso di profondità di campo, per questo aggiungo loro una nuova dimensione tridimensionale grazie alla manipolazione digitale. I risultati non sono solo parte di una percezione, ma anche una documentazione delle informazioni che raccolgo sul nostro ambiente circostante. La fotografia e il video, non sono quindi parte di una percezione ma parte integrante delle informazioni. In questo contesto, trasformo le strutture architettoniche dell'ambiente umano, costituito da fattori fisici, in un mondo interattivo, non semplicemente virtuale, che ci permette di giocare con la prospettiva di cosa è oggi “essere umano” e “natura”. Non amo molto il concetto di virtuale come contrapposizione al reale. Diciamo piuttosto che il mio lavoro genera (e vive) una seconda Natura. “Die zweite Natur” è tra l’altro il titolo della mostra a cui ho partecipato poco tempo fa presso la Hek Haus der elektronischen Künste di Basilea.
Vivo nell’incantato Ticino. Incantato nel senso specifico di pieno di meraviglie e di magiche energie. Mi sono trasferito in Svizzera nel 2010 per vivere esattamente dove sentivo questa particolare energia del territorio. In Ticino vi è, sicuramente, un Genius Loci speciale ed espanso. Un esempio per tutti il Monte Verità, dove chiunque può scoprire luoghi che emettono alte energie, come sorgenti benefiche, rocce magiche, alberi e boschi sacri, colline e punti panoramici, valli e antichi luoghi di culto.
Attraverso il mio lavoro desidero dare, a chi lo osserva o lo porta a sé, la possibilità di sperimentare la storia e l'atmosfera magica dei luoghi da me visitati in vari territori del mondo. Faccio questo attraverso ricerche sulla mitologia, sui racconti popolari, sulle architetture di paesaggi, ambienti urbanizzati, luoghi di culto e luoghi sacri. Durante i miei soggiorni conduco ricerche su come agisce la Natura sull’uomo, quale agente di trasformazione e di ciclicità costante.
Lavoro su quei concetti di tempo e di spazio che ormai non sono necessariamente riconducibili ad un reale andare 'da qualche parte' o ad un comunicare con 'qualcuno'.
Il mondo virtuale in cui le persone si connettono tra loro, tramite processori digitali attraverso l’uso quotidiano del ‘social networking’, ha creato infatti un vuoto, un altro tempo e spazio, una distanza dalla realtà "tangibile”. Per assurdo siamo circondati da schermi tattili ma non tocchiamo direttamente più nessuno e nulla.
La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto.
Galileo Galilei (1564 –1642), dal trattato “Il Saggiatore”, 1623.
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Progetto Future is now http://goo.gl/7U7gVQ