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Ricettari d'arte - Le sorelle Gardoni


Ricettari d'arte - Le sorelle Gardoni


RICETTARI D'ARTE - LE SORELLE GARDONI, e il nonno Vincenzo...

Dio non è quel che credi... ma,

QUELLO CHE VEDI, da una Risata Parmigiana !


Vincenzo Gardoni soldato, poi sopravvissuto nella 'campagna Russa' in una seconda Guerra Mondiale... Chissà quante volte nel silenzio di una risata parmigiana l'avrà pensato Vincenzo Gardoni, il pittore di Parma che dipingeva di nascosto... Ricoverato successivamente nell'ospedale bolognese per un gravissimo esaurimento fisico che lo rese irriconoscibile agli stessi familiari, stabilizzatosi ma segnato, vagò per due anni come un clandestino fino alla fine della guerra. Poi divenne un pittore, artista lo era già... Successivamente, la sua vita in un background permanente, fu un esercizio di memoria raffigurata attraverso il colore. Colore che Vincenzo coglieva e raccoglieva di nascosto attraverso la sua quotidianità post guerra. Inchiostri di varia natura che l'Università con cui collaborava buttava; carte e cartoni di scarto, pennelli consumati, i pennarelli Lampostyl, guantoni di gomma. I colori a olio e di cera... Tutto quello che la società rifiutava, che riteneva non più utilizzabile, l'artista Vincenzo Gardoni recuperava, riutilizzava e applicava alla sua immaginazione attraverso la quotidianità. Tutto era nascosto, taciuto. Nulla si vedeva uscire dalla sua casa/laboratorio. Applicare: transitivo che continua a vivere anche dopo la morte. A due passi da Parma... Stessa la terra, dove molti anni fa tre sorelle, Le Sorelle Fontana, scrissero la storia della moda. Oggi, Le Sorelle Gardoni; Miriam, Arianna Maria, Teresa Maria, applicano rendendo visibile il nascosto... Il "magazzino della memoria - Gardoni Architects". In questo 'magazzino', aderiscono nel "presente" le opere "passate" del nonno. Opere viste come rappresentanti di un'umanità sconfitta e umiliata. Spiritualismo espressivo il suo che, caratterizzò tutta la sua esistenza. L'espressionismo in tutte le sue forme, non è nient'altro che una modalità di esecuzione impietosa agressiva terapeutica contro la foga del giudizio morale altrui. L'interiorità come intimità. Intimità poi trasformata a indicare la natura di un rapporto tra le persone. Vincenzo Gardoni non solo dipingeva di nascosto, ma osservava di nascosto; del resto, il senso chiamato a definire per calcolo matematico l'intimità è la vista. La sfera intima di Vincenzo Gardoni è quella che non è sottoposta all'ispezione visiva, allo sguardo, inaccessibile agli altri. Così il pittore Vincenzo rendeva la presenza di Dio attraverso il vedere delle intime cose quotidiane.

LA SOCIETA' INTIMISTA DEL NUOVO TIPO Sta nelle cose quotidiane che poi, tre sorelle, nipoti del pittore di Parma ci restituiscono attraverso la contemporaneità tutto ciò che avevamo dimenticato... E' nel passato la fonte primigenia di sentimenti totalizzanti e assoluti cui si rivolge attraverso il segno tracciato il nonno Vincenzo; sui quaderni infantili, album di tavole di lavoro colorati... libri da stampare. Fissare l'attimo fuggente, quel momento nascosto poi visivamente felice, riprodurlo nel presente costruendo un ponte tra immagini e parole. Da qui la malinconia come azione, quel luogo d'approdo, destinato, compassionevole di sè e del mondo colto e ricostruito dopo una guerra... LE TRE SORELLE GARDONI, ci restituiscono interagendo con le sue immagini e parole un artista come pochi, recuperando così uno sguardo sul mondo dettato dal fatto di sentirsi tutti figli ancora partecipi di una continuità lineare del tempo nel tempo.

Mentre oggi dominante nella nostra società è il narcisismo, diventato una delle esperienze psichiche prevalenti nella nuova epoca.

CAVAL PIST ! L'uso di alimentarsi con la carne di cavallo è molto recente qui a Parma. Dovunque ha trovato forte opposizione. I tabù alimentari sono la cosa più stupida, il prodotto sociale più scadente, suddiviso in classi sociali che solo una società in cucina può evidenziarne le discriminazioni. Tale abitudine, mangiare carne di cavallo, ebbe inizio in Germania tra il 1832 e il 1851 e successivamente in Francia. Il PESTO DI CAVALLO chiamato in dialetto "Caval Pist" è una lavorazione di tritato di equino applicato all'arte (suddiviso in vari passaggi di macinazione), venuto a radicarsi nella città di Parma nel 1881, e che man mano ha preso piede nei piatti tradizionali della zona insieme alla "Vecia di Cavallo". IL RICETI DAL P' CAR DA CAVAL... Vengo a scoprire di questo 'magazzino della memoria...' attraverso un'edicola in stile Liberty... ricoperta dalle testimonianze del pittore Vincenzo Gardoni, nell'occasione di Parma 360 (evento artistico creativo curato da Chiara Canali e Camilla Mineo) Miriam è un architetto Fashion, Arianna Maria e Teresa Maria sono architetto e designer. " Il nome di Parma, una città dove desideravo più andare da quando avevo letto La Certosa, mi appariva compatto, liscio, color malva e morbido, se mi si parlasse di una casa qualunque di Parma nella quale sarei stato ricevuto, mi si causava il piacere di pensare che abiterei una residenza liscia, compatta, color malva e morbida, che non aveva relazione con le residenze di nessun'altra città d'Italia." (Marcel Proust, la strada di Swann)

E' qui, che l'arte applicata si 'macina' quotidianamente. Il "magazzino della memoria - Gardoni Architects" applica l'arte con gusto...

Il nostro incontro inizia in una Taberna Equina (Gruppo macellai di carne equine). Un locale che da macelleria passa da stuzzicheria; arredato con ingegno da Arianna Maria Gardoni, affiancata nella ricerca dei materiali dalla sorella Teresa Maria attraverso un design di recupero dove il Cavallo è di casa... Così, la vera arte non solo non è capita, ma viene anche temuta.

"Azzeccare i cavalli vincenti", qui nella Taberna è possibile. Macinati in diverse consistenze, quotati e poi frollati. Carne rossa violacea, poco infiltrata ricca di tessuto connettivo. Il suo odore caratteristico è un'immagine marmorea di quelle macellerie di un tempo dal sapore dolciastro accentuato... Tanto ferro completamente asssorbibile, pochissimi grassi con scarso colesterolo, zuccherata al punto giusto adatta a tutti ed in particolare agli anemici. Ai nemici della carne di cavallo e di tutte le carni in particolare invece consiglio un ippodromo e un'insalata...

Tanto legno e non più banconi di marmo nella Taberna Equina di Parma; finestrelle di legno che diventano street menù... Tavoli da 'macello' disegnati e collocati da Arianna Maria come registratori del tempo... Corridoi, spazi per la frollatura delle carni trasformati in Gallerie espositive. Con la 1 macinata di carne di cavallo, Arianna Maria inizia il nostro Ricettario d'arte...

Un "Tris di tartine con pesto crudo"...

Ogni tartina rappresenta caratterialmente le tre sorelle, tre variazioni nel piatto: c'è la "Brusca", che se ricordo bene, assaggiandola, mi rimanda a Miriam... La "Delicata", ha il volto di Arianna Maria, e la "Piccante", quello di Teresa Maria. Se ho sbagliato nel collocarle, vorrà dire che mi sarò giocato la simpatia di una delle tre sorelle. Ah ecco ! Ora mi dicono che la "Piccante" oggi diventa "Allegra"... ma assaggiandola sempre piccante è. Sono tartine con carne cruda di cavallo, condita, e ognuna abbinata con la propria salsa.

Con il pesto crudo, Arianna Maria si porta avanti con la seconda portata: Tuffo in rosso (polpette di cavallo con sugo al pomodoro e rondelle di patate).

Ma, tradizione vuole che il 'primo' in cucina viene sempre prima del 'secondo'; così Teresa Maria mi racconta di tradizioni e storie di Parma. L'osteria e la mamma "Rezdora", a Parma "Rizdora". Cuoche e donne di casa di una volta... Una Rizdora è il "Dizionario di cucina", è la "reggitora", ovvero "colei che sostiene" la casa. La Rizdora gestisce tutta la vita domestica e non solo una cucina. La Rizdora deve saper addomesticare il "martello di ciliegio" con cui viene preparata la pasta fatta in casa, la sfoglia è 'tirata'. Il "martello di ciliegio" qui non c'è, e Teresa Maria mi fa una Risata Parmigiana... i giovani di oggi ! Uno splendido Risotto alla Parmigiana (con Parmigiano reggiano) in crosta, favoloso! Un tortino servito a tavola con sopra una fetta di prosciutto di Parma. Ora capisco perchè molti cuochi contemporanei affermati provengono da studi di architettura.

In questa cucina Gardoni, ma costruita e vissuta nella casa di Arianna Maria... la presenza del nonno pittore si fa sentire. Questa cucina è stata architettata con i suoi dipinti, creando un unico ambiente tra il fulcro delle attività domestiche e l'area living.

Grazie alla presenza di un'isola, è stato possibile recuperare spazio di lavoro, utilizzando poi l'isola stessa come piano di lavoro, un possibile spazio per mangiare o un piano d'appoggio in cui sopra, la firma Gardoni, è fumettata con i tratti del volto del nonno pittore. Volto, il suo, che accompagna oggi i piatti delle tre nipoti. Ma è il pannello che riveste l'Isola da un lato, che espressivamente di rosso racconta Vincenzo Gardoni. Qui lo stesso Vincenzo racconta in uno storyboard il nostro incontro. Mi ricorda quelle tavole dei cantastorie di una volta, con le figure all'interno di avvenimenti illustrati... Il nostro qui, raffigurato con l'immagine dipinta di una cucina, poi c'è la creatività rappresentata da due lampadine, il tempo, un piatto culinario e una culla... Come se il nonno sapesse già di questo nostro incontro e della prossima maternità di Arianna Maria.

Ci manca il dolce, ci manca tanto Vincenzo... E' un dolce preparato da Miriam Gardoni. Miriam è la stilista. La "Brusca"... ma come tutte le brusche... è la più sensibile alle cose quotidiane. Il nonno che racconta. Ripeto sempre, come lo stilista sappia più di tutti 'guarire' i nostri sbalzi d'umore. Lo stilista è il solo creativo capace di farci indossare le nostre emozioni... Scegliamo sempre un vestito condizionati dal nostro stato d'animo. Miriam Gardoni è una stilista particolare, perchè tutti i suoi capi raccontano le opere del nonno, cosa non facile. Costruire un abito su un quadro è sempre stato il sogno di ogni stilista. I suoi, sono capi di abbigliamento "galleristico". Sfilano e poi si sfilano attraverso esercizi di memoria. Quel senso accennato all'inizio del mio racconto incontro; il senso chiamato a definire per calcolo matematico l'intimità è la vista. Miriam si riappropria di un tempo perduto, il suo, un tempo proustiano per rendere visibile l'arte. "Caccia a ottobre rosso", è una crema alla ricotta con liquore all'amarena, guarnita da pistacchi e amaretti, così Miriam con la ricotta (il mio ingrediente alimentare preferito) ha cucito sul mio palato un nuovo Tiramisù...

Occorre sempre crearsi una visione all'interno della quale tutte le età resistono all'usura del tempo, continuando così ad affermare i loro diritti, con ritmi imprevedibili, anzichè arrendersi al predefinito passo del tempo... C'è solo un luogo capace di questa magia, nessun'altro, queso luogo è la cucina.

Felicità e malinconia sono gli estremi entro cui si colloca questo mio Ricettario d'Arte con Le Sorelle Gardoni. La precondizione di questo incontro è stato il nonno Vincenzo Gardoni, il pittore di Parma, che dipingeva di nascosto offrendo la trama della propria esistenza come contenitore universale e motore di senso. L'opera è parte del nostro sviluppo emozionale. Un'opera non sarà mai la stessa osservata in giorni diversi. E' come un piatto culinario da mangiare; il giorno dopo, lo stesso, mangiato non ci restituirà mai lo stesso sapore, questo sapore sarà sempre condizionato dai nostri sbalzi di umore, dalle nostre emozioni che cambiano, delle nostre storie di vita, le quali narrando non potranno non parlare anche di lavoro, non ascoltare quel silenzio frantumato dalla fatica quotidiana.

© Andrej Mussa

http://www.gardonivincenzo.com/intro.htm



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