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Cinema – Le Umane Paure – Monica Marioni


Da artista, qual è la motivazione che ti ha spinto alla realizzazione di un film? Raccontaci le sue particolarità …

Come spesso accade nel mondo dell’arte, l’occasione è giunta per caso ma al momento giusto; nell’autunno dell’anno scorso dopo l’ultima mostra FAME!, che si componeva di quadri oggetti ed installazioni performative, avevo cominciato ad avvicinare la performance come modalità espressiva, sentendomi limitata nella sola rappresentazione statica. In quest’ambito, la curatrice napoletana Maria Savarese mi presentò il giovane regista Nicolangelo Gelormini, che aveva incontrato la mia arte e si sentiva ispirato da essa. Da li a realizzare il corto, vista l’immediata sintonia tra di noi, il passo è stato breve.

Parlaci della collaborazione con il regista Nicolangelo Gelormini …

E’ stata una collaborazione molto approfondita, in quanto a partire dall’omonima serie di immagini che avevo realizzato qualche tempo prima e che vengono richiamate in chiusura del corto è stato lui stesso a scrivere la sceneggiatura, che abbiamo poi revisionato assieme, così da realizzare un ritratto cinematografico dell’opera di un’artista visiva. Credo che qui stia l’originalità del progetto, che in questo modo si colloca in posizione mediana tra le due forme più diffuse di cinematografia legata all’arte contemporanea, ovvero tra il corto d’arte tradizionale, spesso molto più visionario che narrativo, ed il docufilm sugli artisti, tipicamente descrittivo ma povero del portato estetico e concettuale propri dell’artista raccontato.

Quali soddisfazioni ti ha dato realizzare “Le Umane Paure”?

Su tutte, la verifica della mia capacità di interpretazione, dopotutto la recitazione è una forma performativa. Certamente mi ha aiutata l’interpretare me stessa e l’assenza di dialoghi, ma non nego che per essere un’esordiente assoluta i 14 allori raccolti dal corto in poco più di sei mesi nei relativi festival in tutto il mondo, tra i quali un paio assegnati come migliore attrice possono solo farmi felice in tal senso, e sono molto contenta anche per Nicolangelo e tutta la troupe ovviamente, con i quali ho lavorato benissimo.

“Le Umane Paure” ed i suoi retroscena …

Ne do giusto uno, che la settimana di lavorazione è stata molto veloce ma anche straordinariamente densa di attività ed episodi. Certamente non potrò mai dimenticare la fatica reale del trasportare il water nella parte finale del film. Si è deciso di impiegarne di veri per la massima verosimiglianza, e ne erano stati scavati tre in modo da alleggerirli per consentirmi di trasportarli meglio. Sfortunatamente la natura dell’oggetto non consente di intervenire molto, pena rotture che abbiamo anche fronteggiato. Certamente quindi portare avanti e indietro un water dal peso di circa 18-20 kg per tutta una giornata deve aver contribuito bene alla drammaticità che sono riuscita ad esprimere.

Hai in serbo qualche altro film per il futuro?

Certamente, ho un progetto di corto nel cassetto già da qualche anno, stavolta un soggetto sviluppato interamente da me. Se tutto andrà come spero dovrei essere in grado di iniziarne la lavorazione l’anno prossimo. Non anticipo nulla se non che affronterà non più le paure bensi ciò che ci lega e ci fa amare la nostra umanità. Do appuntamento sul sito monicamarioni.com e la pagina Facebook per restare aggiornati su questo e soprattutto sulle prossime proiezioni de LE UMANE PAURE: stiamo infatti lavorando per portarlo a Roma per fine settembre e Verona a metà ottobre prossimi; stay tuned!


di Annarita Borrelli

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