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Musica - Klan Destiny



Raccontateci la storia del nome della vostra band …

Fino a quasi due anni fa eravamo su due percorsi diversi; uno (Gabriele/Luther) seguiva il mondo del rap, l’altro (Luca/ Lava Elle) seguiva quello dell’elettronica. Dopo le prime collaborazioni ci siamo resi conto di avere una buona intesa dal punto di vista ideologico, musicale e produttivo, quindi abbiamo deciso di creare un vero e proprio gruppo tutto nostro, con le nostre regole e i nostri ritmi.

Serviva un nome, quindi ci siamo messi a tavolino a pensarci pur consci del fatto che le migliori idee vengano senza cercarle. E successe proprio così: dal nulla ci fu una riflessione riguardo a quello che stavamo facendo, all'impronta che volevamo lasciare e anche soprattutto al fatto che, quando la gente ascoltava la nostra musica, non riusciva a trovare altri musicisti che potessero essere paragonabili a noi.

Non si parla di bravura, è ovvio, ma di genere, di sound, e noi stessi non riuscivamo a paragonarci a nessun altro; questo dovuto, forse, anche al fatto che ascoltiamo molto qualsiasi genere musicale e che, nelle nostre produzioni, cerchiamo sempre, per come ci riesce, di fare cose diverse, mai sentite. Nessun riferimento alla situazione attuale in Italia, ma ci sentivamo come dei clandestini in un nuovo Paese, consapevoli del fatto che sarebbe stata dura farci capire, ma che prima o poi ce l’avremmo fatta. Volevamo creare una sorta di gruppo, fanbase...clan, che capisse quello che volevamo esprimere. Sentivamo che questo era il nostro destino. Quindi da clan a destino, da clandestini, cosa che ci sentivamo, a Klan Destiny.

Quindi, i Klan Destiny non siamo solo noi, non esistono clan composti da due persone, ma i Klan Destiny sono chiunque decide di seguirci, di ascoltare la nostra musica, di supportarci; chiunque capisca il nostro modo di pensare. Tranquilli non è una setta, solo un modo di pensare differente.


Da cosa trae ispirazione il vostro sound?

Come detto, cerchiamo sempre di studiare il “terreno dei colleghi”. Ascoltiamo le nuove uscite musicali, studiamo per capire verso che direzione sta andando la musica italiana e da qui cerchiamo di fare tutt’altro.

Con questo non vogliamo dire che la nostra musica sia sperimentale, forse un paio di tracce sì, ma non è questo il senso. Il nostro scopo è comunque quello di arrivare all’orecchio di più persone possibili, di diverse età ed estrazioni sociali. Siamo parlando di creare musica non commerciale, ma commerciabile. In poche parole vogliamo rendere commerciabile qualcosa che ancora è sconosciuto, o poco valorizzato.

Il nostro sound prende piega dalla nostra formazione personale, quindi dal rap unito all’elettronica. Gabriele/Luther si occupa della parte lirica e vocale, Luca/Lava Elle di quella strumentale e tecnica. In entrambe le cose, però, ci aiutiamo e e ci veniamo in aiuto a vicenda. Ci piace molto provare diversi stili, diversi approcci, quindi sarà difficile trovare delle tracce nostre che si assomiglino; certo, se ascoltate bene, si sentiranno dei motivi ricorrenti in ogni traccia, o a livello lirico o strumentale, ma in generale cerchiamo sempre di fare cose nuove, ci piace osare. Andiamo da pezzi tipicamente rap, come il nostro format sul web Perle Di Saccenza, ad altri super elettronici come Su Instagram, ad altri ancora più melodici e romantici come Non Ti Chiamo, e via così.

Ci sono pezzi più riusciti e altri meno, alcuni che ci piacciono di più di altri, ma tutto sommato siamo soddisfatti perché quello che facciamo sta piacendo sempre di più alle persone che ci seguono. E’ bello vedere che chi ti segue si accorge del salto di qualità che stai facendo, o che stai provando a fare.


Parlateci del nesso concettuale che esiste tra i vostri testi e la vostra musica …

Quando componiamo un pezzo partiamo dall’idea di sound che vogliamo esprimere. Pensiamo se vogliamo dedicarci ad un pezzo melodico, ad uno “cattivo”, o ad altre variabili possibili. Dopo aver deciso questo, buttiamo giù una bozza di strumentale con il necessario per creare un flow, quindi un modo di rappare/cantare su quei precisi bpm. Da qui viene creata una bozza di testo che, dopo aver analizzato insieme, viene studiato per continuare la produzione della base in modo che una cosa incorpori l’altra. In poche parole, il testo/voce deve cavalcare sulla strumentale e quindi ci mettiamo a lavorare su questo obiettivo. Una volta che abbiamo un prodotto che ci soddisfa procediamo con la registrazione. Ottenute le voci si va a completare, o eventualmente modificare, la base. Molti lavorano su strumentali già pronte e finite, a noi piace lavorare in modo parallelo, in modo che il risultato finale sia quello di perfetta armonia tra voce e base.

Durante la stesura di un testo si pensa all’idea che si vuole esprimere, al mood che si vuole trasmettere, e lo stesso per la base. La nostra missione è quella di creare un testo e una base che siano perfettamente in sincronia e in armonia. Alla radice di tutto c’è l’obiettivo di creare qualcosa, come già detto, di nuovo. Spesso nell’elettronica italiana si tende a creare testi scanzonati, senza pretese; nel rap attualmente domina il sottogenere trap caratterizzato da poche variazioni di flow e di contenuto perlopiù auto celebrativo; nel pop domina il tema dell’amore. Dunque da tutte queste basi noi cerchiamo di modificare tutti questi generi, sia dal punto di vista strumentale, che da quello lirico. Quindi cerchiamo di creare il nostro genere, che si può anche definire ibrido, con i nostri contenuti e il nostro sound. E’ una sorta di differenziazioni di generi; nel senso che un testo rap, per esempio prevede una determinata strumentale, così come una base elettronica prevede un determinato timbro di voce. Noi sconvolgiamo le cose, o ci proviamo, proponendo voce e base unite in un’accoppiata non consuetudinaria. Andiamo un po’ contro ai canoni tradizionali presenti nei diversi generi.


La vostra band nel futuro ...

Negli ultimi cinque anni la quantità di emergenti che provano a far musica è cresciuta in modo esponenziale. E’ come se tutti pensassero che sia facile e, al tempo stesso, una buona percentuale di chi ci prova lo fa pensando ai grandi palchi, ai guadagni, alla notorietà e ai consensi; ovviamente, quando vedono che queste cose non arrivano, smettono. E’ questo ciò che noi notiamo, e su questo punto ci sentiamo molto diversi. Sono molti anni che facciamo musica e lungo il cammino abbiamo incontrato, conosciuto e anche collaborato con molti musicisti. Molti di questi hanno abbandonato per i motivi sopra citati. Quando ci si rende conto che spesso e volentieri ci rimetti con i soldi, non vedi un centesimo di guadagno, vieni sfruttato, vieni escluso e vieni snobbato, molti non reggono. Noi sì, perché alla base di quello che facciamo non c’è solo la passione, ma c’è l’amore. Amore per la musica, che spesso per colpa di brutte esperienze, è diventato odio. Ma abbiamo scisso le cose, non è colpa della musica se a volte le cose vanno male, ma di chi abbiamo davanti e, spesso e volentieri, di noi stessi. In poche parole non abbiamo mai mollato, abbiamo sempre provato e ci siamo sempre accontentati , anche dei piccoli traguardi; abbiamo sempre cercato di cogliere i frutti anche dalle piccolissime esperienze, da quelle più umili e da quelle meno significative.

Ora possiamo dire di avere un buon bagaglio di esperienze e di non esercitare questo mestiere solo per un rientro economico, ma perché diversamente non potremmo fare, la percentuale più alta del tempo nella nostra vita è dedicato a questo, e ne siamo felici ed orgogliosi. Quello che ci differenzia da molti è proprio questo: costanza e determinazione; se mancano questi due elementi non puoi pensare di combinare qualcosa. Non parliamo solo di musica, ma di qualsiasi obiettivo che una persona si imponga di raggiungere. Quindi come ci vediamo nel futuro o come speriamo di vederci? Ci vediamo sempre amanti di ciò che facciamo e pronti a nuove esperienze, nuovi palchi e nuove collaborazioni. Come speriamo di vederci? Nello stesso modo, con la sola differenza di fare della nostra passione un lavoro.


di Salvatore Cammilleri


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