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Visita all'opera ambientale di Valentino Vago



Chiesa di San Giovanni in Laterano

visita all'opera ambientale di Valentino Vago


mercoledì 27 dicembre, ore 17

piazza Bernini (zona Città Studi)




Completata nell'Estate del 2017 -nell'autunno 2016 Vago aveva dipinto l'abside e il transetto- l'opera ambientale in San Giovanni in Laterano è l'ultimo di una lunga serie di interventi in edifici sacri iniziata nel 1982. Così come in tutti i lavori di Vago -e in primo luogo i dipinti su tela- all'origine di questo intervento non c'è nessun progetto: Vago stesso afferma persino che non è stato né "pensato" né "immaginato", ma che è nato dall'incontro tra la sua sensibilità e lo spazio in cui si è trovato ad agire.


"Considero questo lavoro la summa dei miei settant’anni di pittura -afferma Valentino Vago nel suo intervento in occasione della presentazione dell’opera lo scorso 7 maggio-, settant’anni dedicati a cercare bellezza. E sono contento perché non pensavo di farcela, a dire la verità. Sognavo un risultato del genere: era proprio un sogno. Confesso che mentre facevo quest’opera, quest’opera si è fatta. Il colore diventava luce e la luce diventava colore, e questo è il massimo risultato che si possa ottenere in pittura.

Adesso dovrei dire che sono disoccupato, perché ora non riesco a immaginare altro. È stato un avvenimento straordinario: mi sono messo in questa chiesa e tutti i giorni l’opera nasceva, nasceva, nasceva, perché queste opere non si fanno, ma nascono, nascono”.


Nel caso di Vago, "Agire" è un verbo che va preso alla lettera: fedele alla pittura pura come momento di un'esperienza che è interiore ed esteriore al tempo stesso, l'artista si è fatto innalzare e calare da un elevatore, rendendo quest'intervento l'esito di una performance, di un'azione pittorica su vasta scala. Del resto l'anelito ad uscire dallo spazio pittorico convenzionale per entrare in una dimensione ambientale appartiene alla pittura di Vago, concepita come forma di spazio infinito.

Proprio come nei dipinti in mostra all'Annunciata e al Milione (sino al 2 febbraio 2018), anche in quest'opera, soprattutto sulle pareti del transetto, è presente un orizzonte dal cromatismo aurorale. Le ampie linee verticali gialle che solcano le campiture azzurre dell'abside e del corpo centrale dell'edificio e convogliano l'energia luminosa verso la cupola, infrangono l'orizzontalità e conferiscono alla pittura un forte senso ascensionale.

Nel mese di gennaio le visite sono programmate per sabato 13 e lunedì 22, entrambe alle h. 17.00

Informazioni per il pubblico

Archivio Vago / Ornella Mignone

+39 333 3938 304 vagovalentino@gmail.com




Ufficio Stampa Archivio Vago

Emanuela Filippi / Eventi e Comunicazione

+39 02 4547 9017 - +39 392 3796 688

eventiecomunicazione@gmail.com


Biografia


Nato a Barlassina nel 1931, Valentino Vago frequenta l’Accademia di Brera nei primi anni Cinquanta: suoi compagni di studi sono stati tra gli altri Valerio Adami, Bepi Romagnoni, Kengiro Azuma, Floriano Bodini. Nel 1960 inaugura la sua prima rilevante personale al Salone Annunciata di Milano con una presentazione di Guido Ballo. Tra anni Sessanta e Settanta si succedono personali all’Annunciata e nella galleria Morone 6 di Milano, ma anche da Martano a Torino e Contini a Roma. Nel 1972 vince il XXVI Premio Michetti. In questo stesso anno il suo lavoro è accostato a quello degli esponenti della Pittura Analitica o Nuova Pittura, con i quali peraltro espone nelle mostre “fondative” di questa tendenza, ma senza mai sentirsi totalmente in sintonia con essa.

Nel 1980 il Palazzo Reale di Milano ospita un suo intervento ambientale intitolato Tre stanze in scala tonale. L’anno precedente a trasformarsi in una grande opera pittorica tridimensionale erano stati gli spazi della Cassa Rurale e Artigiana della sua città natale, Barlassina, che nel 1982 vedrà anche la chiesa parrocchiale di San Giulio trasformarsi grazie alle campiture blu di Vago. Con gli anni Ottanta giungono anche la prima antologica al PAC di Milano, un ampio consenso internazionale, un’attività espositiva che spazia dall’Europa all'America Latina. Si susseguono inoltre le collaborazioni con architetti e gli interventi in chiese italiane e straniere. Nel 2007 l’artista dipinge i 12.000 mq di superficie della chiesa di Nostra Signora del Rosario a Doha, in Qatar. Nel 2011 Skira da alle stampe i tre volumi di cui è composto il suo Catalogo Generale.



Chiesa di San Giovanni in Laterano


L'attuale edificio fu eretto nel 1928, col titolo di "Madonna del Rosario di Pompei", sull'area dell'antico oratorio dei SS. Fermo e Rustico alle Cascine Doppie.

Il titolo di S.Giovanni in Laterano apparteneva in origine ad un'altra e più antica chiesa, ubicato nel centro della città, all'incrocio tra via del Pesce (l'odierna via Paolo da Cannobio) e l'antica via Tre Alberghi. Quando questa fu abbattuta nel 1936, in adempimento al piano regolatore, il titolo passò alla nuova parrocchia eretta, per decreto del 1934, in zona Città Studi. Nel 1939 venne ideata dal prevosto Giuseppe Mazzucchelli e progettato dall'architetto Giovanni Muzio un nuovo maestoso tempio da dedicare a Maria "Regina Pacis" e da costruirsi in piazza Leonardo da Vinci, ma il sopraggiungere della guerra ne impedì la realizzazione. La chiesa venne invece ampliata, per quanto possibile, negli anni 1964-65. Il 27 gennaio del'63 fu inaugurata la cripta; i lavori proseguono con l'ampliamento della chiesa sul lato di via Noe (cappella detta di San Giuseppe); vennero quindi aggiunte la balconata, l'abside, la sacrestia e in minima parte la casa parrocchiale. Nella Pasqua del '64 furono completati i finimenti alla cappellina del Battistero e restaurata la pala del Sacro Cuore , opera del pittore Fossombrone. All'arch. Buttafava si deve invece la nuova cappellina del Crocefisso, ricavata a destra dell'ingresso, con pavimento e zoccolo in marmo di Candoglia. L'esigenza di spazio è stato il movente essenziale delle modifiche apportate alla chiesa. L'ampliamento ha contribuito a risolvere quello estetico-architettonico; l'esterno, anzitutto, che rispetto alla struttura originaria è migliorato, movimentato da un certo gioco di volumi, specie con l'ampliamento delle fiancate e con il pronao, ha proporzionato le dimensioni. Il cotto all'esterno, opportunamente applicato, ha dato una definitiva veste al complesso architettonico; mentre l'interno, mediante l'aggiunta dei due transetti, con accessi indipendenti, ha acquistato lo spazio indispensabile. La chiesa si presenta ora nelle sue linee di sobria e funzionale efficienza.

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