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Cinema - Premio Cinema Campania 2017


Un anno di bilanci, un anno di successi, un anno di grandi film e interpreti: il Premio Cinema Campania 2017, giunto alla sua terza edizione, è tutto questo. Istituito e organizzato dal Social World Film Festival di Vico Equense e dal suo team giovane under 30, capitanato da Giuseppe Alessio Nuzzo, da tre anni questo riconoscimento va ai professionisti del settore, agli attori e alle attrici, alle giovani promesse del panorama campano e a tutti i registi e i produttori che portano avanti ogni anno nella nostra regione un’idea di cinema vincente. Mai come quest’anno le pellicole e le interpretazioni campane hanno brillato così tanto, sul palcoscenico nazionale e anche internazionale, come dimostrato da “Gatta Cenerentola”, che si avvia a passi decisi verso una chance agli Oscar di Los Angeles. Premiati con la targa Cinema Campania il suo produttore Luciano Stella e uno dei quattro registi del cartone tratto dalla fiaba del Basile, Dario Sansone, front man dei Foja. Per un successo d’animazione che si impone all’attenzione globale c’è anche l’onda lunga della serialità televisiva di qualità, con alcuni interpreti di Gomorra la serie come Denise Capezza, Antonio Folletto, Gianluca Di Gennaro e Arturo Muselli, reduci dalla seconda e terza stagione della serie tv di Sky, premiati al cinema Hart nel corso della serata di gala del 17 dicembre insieme agli autori della storica colonna sonora della fiction tv, i rapper Ntò e Lucariello. Ma non c’è solo “Gatta” a far rivivere i fasti del cinema campano del lido di Venezia, mai stato così napoletano come in questo 2017, perché film di qualità e di grande impegno civile come “L’equilibrio” e “Veleno” sono stati riconosciuti e apprezzati dalla giuria del premio: riconoscimenti quindi per i registi Vincenzo Marra e Diego Olivares, nonché per il produttore Gaetano Di Vaio. L’eco di Venezia 2017 non è l’unico a farsi sentire all’ex cinema Ambasciatori, che ha ospitato la serata di premiazioni: persino “Indivisibili” di De Angelis si è ritagliato il suo spazio dorato, con premi per le sue due giovani sorelle gemelle Angela e Marianna Fontana, il suo regista e due suoi attori, Gianfranco Gallo e Massimiliano Rossi. È proprio quest’ultimo a fare uno dei discorsi più appassionati e viscerali della serata sulla gestione dei fondi e dei finanziamenti destinati alle produzioni cinematografiche, ma non ha mancato nemmeno Carlo Buccirosso di sottolineare le difficoltà e le problematiche legate alla distribuzione sul territorio, con le sale ormai soffocate dal peso dei cinepanettoni o delle commedie più sponsorizzate. Commedie che non lasciano spazio magari a piccoli film come il debutto alla regia di Fabio Fulco “Il crimine non va in pensione”, presto su Sky, o “La Parrucchiera” di Stefano Incerti, giustamente premiati nelle categorie regia, produzione e costumi (gli abiti di Annalisa Ciaramella per la “Parrucchiera” e il produttore Claudio Bucci per l’opera prima di Fulco) e attoriali: il premio va infatti anche alla sempre efficace Lucianna De Falco e al cantante Tony Tammaro, attore per caso nel film di Incerti. Il premio Cinema Campania non dimentica i cortometraggi, palestre fondamentali e passo obbligato per ogni carriera, premiando il talento dei giovani Emanuele Palamara, Francesco Di Leva e Luigi Pane, e l’esperienza ormai rodata nel disegno animato della regista Maria Di Razza, autrice del corto Infelix sulla terra dei fuochi. E c’è posto per i film del 2018 che verranno, come “Era Giovane e aveva gli occhi chiari” di Giovanni Mazzitelli, che vede premiata la produzione Cinemafiction e attore, il bravo Mario Di Fonzo, nonché il bel documentario Napoli ’44 di Francesco Patierno, atteso a prove ancor più grandi e importanti. Proprio come Fabio Balsamo, attore impegnato in un anno sia con la comicità dei The Jackal che con il corto drammatico di Palamara. Premi anche per i maestri come il fotografo Gianni Fiorito, la cineasta Antonietta De Lillo, il caratterista Ernesto Mahieux, i montatori Dario Incerti e Lorenzo Ppeluso, la casting director Marita D’Elia, lo scenografo Flaviano Barbarisi e i giornalisti Titta Fiore e Vanni Fondi, critici rispettivamente del Mattino e del Corriere del Mezzogiorno.


di Renato Aiello

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