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DIONISO E PENTEO. Tragedia del teatro di Teatro del Lemming



Sabato 21 aprile, ore 21.00

DIONISO E PENTEO. Tragedia del teatro di Teatro del Lemming

Evento a cura di CONNESSIONI - Rete Veneta per la Ricerca Teatrale

DIONISO E PENTEO Tragedia del teatro con Alessio Papa, Chiara Elisa Rossini, Boris Ventura, Diana Ferrantini, Katia Raguso, Fiorella Tommasini, Maria Grazia Bardascino, Marina Carluccio, Giovanni Refosco elementi scenici Ulrico Schettini e Martino Ferrari aiuto regia Roberto Domeneghetti musica e regia Massimo Munaro Forse non è un caso che "Le Baccanti" di Euripide si configuri come l'ultima delle grandi tragedie che ci sono rimaste. Per certi aspetti essa si pone come fine di un genere, e più in generale di un pensiero (quello tragico appunto), ma anche come inizio di quella diversa visione del mondo che sta alla base della tradizione che conduce fino ad oggi e a quel che rimane del teatro moderno. Implicitamente, mettendo in scena come protagonista lo stesso dio del teatro - Dioniso, essa si pone come riflessione sullo stesso statuto di teatralità, sulla sua crisi, sulla sua impossibilità. Il teatro, sotto il segno di Dioniso, si configurava essenzialmente come una relazione fondata sulla reciprocità ("io ti vedo mentre tu mi vedi"), come rito collettivo il cui skopòs era quello di giungere ad una comunione-dispersione delle soggettività, a favore di una osmosi col divino, col tutto. Questa relazione si dà invece come impossibilità ne "Le Baccanti". La relazione è qui oppositiva, lo sguardo si fa distaccato, voyeuristico e ciò rende impossibile ogni reciprocità, ogni tensione ad una reale unione. Le tensioni si polarizzano senza dar luogo a nessuna congiunzione. Agave e Penteo sono madre e figlio. Accomunati dalla stessa hybris che infondo consiste nel non riconoscimento del proprio lato numinoso (Dioniso era un loro stretto consanguineo). Fra l'isteria della menade Agave che giunge a non riconoscere il figlio e a sbranarlo, e il presunto bisogno di ordine razionale di Penteo che giunge a desiderare di vedere senza essere visto (prototipo dello spettatore moderno) quelle che per lui sono solo agognate sconcezze erotiche, c'è una uguaglianza di segni: entrambi sono strumenti inconsapevoli della vendetta del dio. Pensare a uno spettacolo su "Le Baccanti" significa ridurre il dionisiaco soltanto al lato oscuramente irrisolto della sua natura. DIONISO e PENTEO non può essere così uno spettacolo compiutamente e felicemente dionisiaco, perché qui esso potrà manifestarsi soltanto come vendetta. Vendetta contro attori e spettatori, polarizzati in uno statuto che, per quanto potrà apparire abolito, verrà riaffermato proprio mentre sembrerà capovolgersi. Si aboliscano le barriere solo per ripristinarle con più forza, i confini che sembrano dissolti sono sempre stati lì - era solo la nostra vista ad essersi offuscata. La distorsione relazionale - che qui porta al suo dissolvimento completo - nasce dal rifiuto di riconoscere l'altro in noi, dal rifiuto e dalla negazione dei nostri istinti e desideri profondi che tornano a sbranarci non appena rifiutiamo di riconoscerli come tali. In questo senso, il rapporto attori-spettatori si fa mimetico di rapporti esperiti sempre più spesso nelle relazioni col mondo che si stabiliscono appunto sotto il segno dell'opposizione e del non riconoscimento. http://www.teatrodellemming.it​ Il Teatro del Lemming, fondato a Rovigo nel 1987 e da subito segnalatosi come uno dei gruppi di punta dei cosiddetti Teatri Novanta, è oggi riconosciuto come una delle formazioni artistiche più innovative e singolari della scena teatrale italiana. Oltre che per i suoi spettacoli “per pochi spettatori” che hanno animato con i loro profumi e sapori molti teatri e festival italiani ed europei, il Lemming è noto anche per la sua peculiare attività pedagogica, fondata su un originale metodo denominato I cinque sensi dell’attore. Come ha scritto il filosofo Giacomo Fronzi su Micro Mega a proposito del lavoro del gruppo: “Questo teatro, diverso, anti-tradizionale, che quotidianamente lotta per la propria sopravvivenza, rappresenta una piccola rivincita nei confronti di quel segmento di realtà che tenta silenziosamente di narcotizzare la coscienza di un uomo che, per poter comprendere e interpretare il proprio mondo, sembra volersi avvalere sempre di meno del potenziale ermeneutico ed euristico delle arti.”

SERATA A CURA DI CONNESSIONI - RETE VENETA PER LA RICERCA TEATRALE Teatro Studio Rovigo :: AB23 Vicenza :: Spazio Farma Mestre :: Carichi Sospesi Padova :: inCircolo Cittadella Progetto nato nel 2016, che mette in rete alcuni spazi teatrali veneti a favore dell'ospitalità di artisti che operano in direzione della ricerca teatrale. Il progetto è aperto, virale e in espansione. La prima sezione ha messo in relazione cinque spazi teatrali indipendenti con artisti e compagnie teatrali come Farmacia Zoo:È, Teatro del Lemming, Carichi Sospesi, Roberto Latini / Fortebraccio Teatro, Sotterraneo, Ilaria Drago e molti altri. CONNESSIONI è un progetto ideato da Teatro del Lemming, Carichi Sospesi e Farmacia Zoo:È e prodotto dal Centro Internazionale di Produzione e Ricerca "Il Teatro dello Spettatore".

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