top of page

Intervistare l'arte - Adriano Fida



Adriano Fida come diventa artista?

Dal momento in cui ebbi la consapevolezza che per farmi comprendere non dovevo parlare bensì dipingere.


Descriviti con tre aggettivi

Riflessivo, spiritale, visionario


Descrivi la tua arte con tre aggettivi

Riflessiva, spirituale, visionaria


Quali gli artisti che ti hanno cambiato la vita e perché

Sin dall’accademia osservavo e studiavo i Fiamminghi da Hieronymus Bosch a Jan van Eyck, poi il Caravaggio fino a sentirmi più vicino, come per una sorta di mix di cervelli, al mondo di mezzo rappresentato dalla pittura di Johann Heinrich Füssli. Seguire le loro ricerche hanno in me aumentato il modo o la maniera di esprimermi tramite una figura che narra sussurrando , mai che urla , ascoltare il silenzio significa ascoltare l’universo.


Parlaci della tua tecnica pittorica

La mia tecnica è quella tradizionale fatta di materiali che hanno resistito per millenni. Dalla scelta dei telai a quella dei teli tra i quali prediligo il lino, ai pigmenti che giornalmente impasto, alle resine e oli come leganti , alle imprimiture che accolgono gli strati pittorici e molteplici velature che sovrappongo. Nell’arte figurativa la conoscenza e l’abilità tecnica sono indispensabili, è paragonabile alla bella calligrafia che serve per essere compresi , l’importante è il testo o il concetto di ciò che hai scritto.


Parlaci della tua personale ricerca artistica

La mia ricerca si basa sul mondo dell’inconscio per renderlo cosciente, come un sogno lucido. Ho due anime che devo ancora riuscire a domare, quella inconscia che si materializza in dipinti che nascono senza l’ausilio del disegno preparatorio e quella conscia dove il vero è filtrato dagli occhi e che necessita di regole. L’unione di queste due anime avviene nel momento in cui realizzo la tela definitiva dandomi la possibilità di raggiungere una realtà evanescente ed ibrida, ecco perché nasce in me la necessità di dipingere miti e leggende divinizzando l’uomo e svuotandolo da ogni materia. Se Caravaggio sporcava di umanità colui che è puro e santo io faccio l’esatto contrario.


Quale è la tua visione del figurativo concettuale

E’ una combo di parole il cui significato storicamente è sempre esistito ed è sempre stato l’anima di ogni opera d’arte. Concettualizzare il figurativo o figurare il concettuale? Credo sia l’osservatore a dover percepire la concettualità di un’opera e per farlo necessita di grande cultura e sensibilità. Dico questo perché credo basti un solo gesto dell’artista mentre compie la sua opera per condurci al concetto. L’artista danza, l’artista è istallazione, l’artista è un video in loop, l’artista è il concetto stesso e la sua opera finale è l’insieme di tutto questo.


Parlaci della tua personale visione figurata e concettuale

Un’opera nasce da un’idea partorita dalla mente. Prendiamo come esempio una macchinetta da caffè, la base contiene l’acqua (il concetto informale) nel mezzo sta il filtro con la moka (idea figurata) e quello che ne esce fuori è l’insieme degli elementi cioè il caffè (l’opera d’arte). Ho adoperato questo esempio per far capire il processo naturale che avviene nella fisica e l’uomo ha semplicemente la capacità di far esistere tutto ciò che è idea, come la fantascienza che diviene scienza. E’ un connubio perfetto che rende l’uomo simile a Dio.


Cosa ne pensi delle collaborazioni tra artisti nel mondo dell’arte?

Le trovo di fondamentale importanza anche se rare. Il termine condividere si usa più per i social che per la vita reale . La vera condivisione sta nella fisicità del termine che fa accrescere le nostre esperienze come nel visitare lo studio di un artista che stimi, dialogare con lui e magari scoprire che c’è chimica e frequentarsi, così facendo ne conosci altri e magari creare un gruppo di preziose menti e condividere pensieri che solo un altro artista potrà comprenderli. Parlo per esperienza diretta perché è questo che mi è accaduto , oggi sono fortunato perché mi posso confrontare con amici artisti come Sicioldr, Giorgio Dante e Roberto Ferri con i quali capita di riunirci e condividere le nostre ricerche . L’arte di per se è stimolante ma nella solitudine lo stimolo può venire a mancare ecco perché le collaborazioni sono necessarie per la crescita.


Quale credi sia il ruolo dell’artista contemporaneo?

Ogni artista è esorcista di se stesso e dipinge per immortalare l’aspetto del proprio demone, ciò significa che deve essere vero! Ha il sacrosanto dovere di donare purezza al mondo per tentare di purificarlo. Per me è questo il ruolo di un vero artista.



Lo satff di ignorarte


Percorsi
Archivio
bottom of page