Risponde Christian Muela
"Alcheringa" è il vostro primo album ma dà l'idea di venire da lontano, come nascono i "Primitive Field"?
Primitive Field è nato prima ancora che si realizzasse l'idea del progetto. Inizialmente io e Ivan Macera eravamo entrambi alla ricerca di un linguaggio espressivo più personale non legato ad un genere preciso, ad uno stile più strutturato. Oggi possiamo dire che lavoravamo (e continuiamo a farlo) sull'aspetto spirituale dell'espressione, non a caso ci siamo conosciuti nel 2010 grazie al polistrumentista e ricercatore vocale Mauro Tiberi.
I nostri percorsi artistici personali e il panorama musicale in cui siamo cresciuti ci hanno avvicinati pian piano ai territori dell'improvvisazione radicale divenuta a seguito dell'incontro con Roberto Bellatalla, grande contrabbassista noto per la sua storica carriera musicale in ambito free, il punto nodale e la poetica stessa che sottende tutto il progetto: l'essenza della natura umana e la libertà espressiva che cerca di superare ogni volta i limiti naturali che ci definiscono.
Ci piace pensare che l'intesa che si genera durante le sessioni di improvvisazione nasca da energie sottili, forse si tratta del mistero dell'atto creativo, in ogni caso ha origini primitive. Da qui il nome dell'album "Alcheringa", parola della mitologia dei nativi australiani che definisce l'epoca che precede la creazione del mondo e che nella nostra cultura è più conosciuta come "tempo del sogno" (Dreamtime). Il titolo dell'album quindi oltre ad essere un tributo alla cultura aborigena è il risultato di un percorso che ci ha portati in una dimensione che non è fatta di tempo e spazio, ma solo di essenza.
Cos'è la musica per voi?
Per spiegarlo abbiamo scelto di usare le parole di uno dei grandi pittori del novecento, Paul Klee, che in un suo scritto diceva:
“Come la musica tutto fugge
Il tema è la variazione
E sulle linee di fuga ci può essere una cosa sola:
La sperimentazione-vita”.
La musica è informe nonostante lo sforzo di darle una forma.
Percepiamo cos'è e cosa intendiamo, ma è un atto vissuto sull'istante perché dopo è già altro, già successo o che succederà.
E' l'azione (fondamentale) in cui tutti i sensi partecipano, in una parola: vita.
Quali strumenti e sonorità nell'album?
Gli strumenti principali sono contrabbasso, didjeridoo, effetti elettronici, batteria, percussioni e oggetti dai timbri più disparati. Le sonorità spaziano dalla musica tribale a influenze e distorsioni elettroniche utilizzando nuove tecnologie, ma rimanendo fortemente legati alla radice dell'impatto sonoro acustico.
Quanto testa e quanto cuore avete messo nella composizione di "Algheringa"?
Le composizioni sono tutte estemporanee anche se in molti passaggi è evidente lo studio che ha preceduto la session live di registrazione.
Fino all'atto performativo è impossibile definire quanto testa e cuore saranno messi in gioco perché le variabili sono moltissime e nelle fasi di editing e mixing non è stato facile razionalizzare per dare necessariamente una forma.
Ciò che è contenuto oggi nell'album è una delle moltissime possibilità che avevamo a disposizione, la scelta di alcune parti di una performance più articolata (e vissuta) svoltasi al Groovefarm di Roma il 4 marzo 2017.
In definitiva è un disco che rappresenta la nostra passione per la musica in maniera spontanea e di sicuro non ragionata.
I Primitive Field nel futuro... In futuro prevediamo nuove sperimentazioni con musicisti e performer a noi vicini.. Al momento stiamo definendo qualche interessante collaborazione ma non ci sentiamo di parlarne ancora se non dopo la presentazione del disco che avverrà l'11 ottobre a Largo Venue (Roma). Sarà un momento straordinario con grandi ospiti come Alessandra Cristiani, Maddalena Gana e un opening act a cura di Tiziana Lo Conte con i suoi Roseluxx. Siamo on the road! https://primitivefield.bandcamp.com
di Salvatore Cammilleri