Rania Matar
From Woman to Woman: Becoming
Da Donna a Donna: Crescendo
a cura di Viana Conti con Christine Enrile
Mostra fino al 28 febbraio 2019
OPENING giovedì 11 ottobre dalle 18.30 alle 21.00
L’artista sarà presente e a disposizione per interviste
Milano - giovedì 11 ottobre alle ore 18:30 si inaugura alla c|e Contemporary, la prima personale italiana dell’artista fotografa Rania Matar nata in Libano, naturalizzata statunitense, residente a Boston. Intrapresi gli studi di architettura Rania Matar decide presto di dedicarsi a tempo pieno alla fotografia e all’insegnamento presso il Massachusetts College of Art and Design.
I suoi lavori focalizzano l’attenzione su donne e bambine, nate negli Stati Uniti o in Medio Oriente, accomunate da una stessa ricerca di identità.
La poetica di Rania Matar è volta ad analizzare, attraverso il ritratto in interni e in esterni, il momento evolutivo del soggetto femminile a partire dalle scelte di comportamento, abbigliamento, spazi e modalità di divertimento.
Le opere dell’artista rivelano come il modellarsi dell’identità femminile di giovani appartenenti a parti del mondo così diverse come Stati Uniti e Medio Oriente, trascenda le barriere culturali e geografiche.
È lo sguardo di una donna, di un’artista, di una madre, di un’ex adolescente quello filtrato dall’obiettivo di Rania Matar, che riprende lo specchio del Mondo, di una psiche in formazione, di un modello ambientale e culturale, nella fattispecie sia statunitense che medio-orientale, come quello del soggetto femminile della pre-adolescenza e adolescenza. Sono opere che riflettono, a loro volta, la capacità di osservazione e interpretazione di un contesto abitativo denso di segni e di sogni di un soggetto colto nello stadio sensibile e in evoluzione dei rituali di passaggio dall’infanzia all’età adulta e nella progressiva acquisizione di consapevolezza del divenire ed essere donna oggi.
Le opere dell’artista sono conservate nelle collezioni permanenti di numerosi musei, istituzioni e collezioni private di tutto il mondo.
Nel 2018 Rania Matar ha vinto la Guggenheim Fellowship, un premio concesso ogni anno dal 1925 dalla statunitense John Simon Guggenheim Memorial Foundation a chi “ha dimostrato capacità eccezionali nella produzione culturale o eccezionali capacità creative nelle arti”.
L’allestimento negli spazi della galleria c|e Contemporary si struttura in una sequenza di cinque proposte tematiche tali da consentire al visitatore un approccio a trecentosessanta gradi al lavoro dell’artista.
Nella serie L’Enfant Femme vengono presentati singoli ritratti fotografici legati all’infanzia, immagini di bambine in transizione verso la fase adolescenziale.
Le pose spontanee evidenziano la femminilità delle ragazzine a volte truccate altre volte vestite con abiti da adulti. L’unica indicazione data dall’artista alle bambine è stata quella di non sorridere e di mettersi a proprio agio, assumendo una posizione naturale. L’anima del progetto consiste nel catturare le loro emozioni: inquietudine, angoscia o sicurezza. Le opere riflettono il linguaggio del corpo, l’evoluzione della personalità e l’iniziale messa alla prova del loro appeal femminile.
Rania Matar aggiunge poi la serie Becoming, la naturale continuazione della serie l’Enfant Femme, ecco gli stessi soggetti, fotografati anni dopo nel medesimo luogo, a rappresentare uno dei temi ricorrenti del lavoro dell’artista ovvero il passare del tempo. Con l’utilizzo della pellicola, le ragazze non potevano vedere immediatamente il risultato della fotografia, e questo le convinceva ad affrontare l’impegno della sessione fotografica più seriamente. I soggetti fotografati nella serie precedente fra i 9 e 12 anni, vengono in questo caso ritratti fra i 13 e 16 anni e il cambiamento è sconvolgente. Commovente e allo stesso tempo accattivante è notare i cambiamenti non solo a livello fisico, tramite il linguaggio del corpo, i gesti delle mani, la posizione dei piedi, ma soprattutto a livello di personalità.
Unspoken Conversation si concentra ed enfatizza la tematica dello scorrere inesorabile del tempo e del rapporto madre e figlia. Le fotografie rivelano i diversi rapporti familiari. In alcuni casi si percepisce tenerezza e affetto in altri lo scatto mostra una situazione di tensione e competizione fra madre e figlia. In questo ciclo fotografico la femminilità viene esplorata nei due momenti importanti dell’adolescenza e dell’età adulta. L’analisi di Rania Matar si concentra sull’essenza dei soggetti, sulla fisicità, vulnerabilità, sul momento della crescita e sull’avanzare degli anni. Analogie e apparenti differenze culturali convergono verso la bellezza di una comune umanità.
Nella serie She si ritrovano giovani donne talvolta fotografate molto più giovani per altre serie. Donne che guardano intensamente l’obiettivo o il cui sguardo assorto si perde verso l’orizzonte. Ragazze consapevoli di appartenere ormai al mondo degli adulti e forse pensierose a causa di questa loro nuova fase della vita. L’artista indaga cosa vuol dire essere una ragazza, una donna. Rania Matar si concentra su giovani donne, dell’età delle proprie figlie, che devono affrontare una nuova realtà per la quale non sono ancora preparate e che molto spesso non è così rassicurante e glamour come viene presentata dai social media. In questi scatti viene ritratta la cruda bellezza della loro età, vulnerabilità, identità, di un’individualità in crescita che appartiene a tutto il genere umano. L’artista vuole andare oltre l’artificiosità delle foto che le ragazze pubblicano sui social, ritraendole attraverso la sua visione di madre, fotografa, donna, senza l’utilizzo di “filtri”.
In Girl in Her Room, presentata in una piccola preview in occasione della Photo Week 2018, sempre presso c|e Contemporary e riproposta, in sintesi, in questa personale, Rania Matar ritrae ragazze adolescenti circondate dai loro oggetti personali, quali componenti importanti nella loro maturazione e crescita. L’artista ha inizialmente lasciato scegliere ai propri soggetti il luogo dove essere ritratti. Avendo alcune di loro optato per la propria cameretta, Rania Matar ha intuito che questo poteva essere lo spunto per un progetto. L’idea ha preso inizialmente forma con fotografie delle sue figlie, delle loro amiche o ragazze che l’artista già conosceva, per poi andare oltre, scegliendo ragazze sconosciute, costruendo con loro il legame fotografa/modella. Rania Matar trascorre sempre del tempo con i suoi soggetti in modo che si sentano a proprio agio, creando una bellissima ed intima collaborazione. I primi scatti di questa serie ritraevano unicamente adolescenti statunitensi, il progetto fotografico si è poi evoluto includendo anche ragazze del Medio Oriente: due mondi familiari a Rania Matar in quanto da lei vissuti, in prima persona, come giovane donna.