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Intervistare l'arte - Marco Veronese


Come nasce la tua carriera artistica?

Nasce con un libro regalatomi per il mio decimo compleanno da un'amica di famiglia, si intitolava: Dal Rinascimento al Manierismo. Quel libro, l'ho capito anni dopo, ha portato alla luce il mio senso estetico e il mio bisogno di esprimermi in modo figurativo. All'età di 15 anni la mia passione per la fotografia mi ha dato lo strumento per realizzare il mio sogno.


Tutto il tuo fare artistico si basa sul riciclaggio … perché?

Il lavoro della Cracking si basa sul concetto di utilizzo e riutilizzo delle materie plastiche, il mio lavoro personale invece è basato sulla riscoperta di antichi e più contemporanei pensieri filosofici che riportano l'uomo alla scoperta della propria spiritualità e del proprio legame con il tutto.


Molti definiscono il lavoro della cracking art come neo pop, raccontaci il tuo punto di vista ..

Di fronte a nuovi fenomeni artistici si tende sempre a darne una etichetta già avvalorata e riconosciuta, in realtà il nostro lavoro è molto diverso da tutto il resto, la nostra estetica serve a far riflettere sulla contemporaneità ed è un messaggio estremamente trasversale. Noi siamo stati e siamo tra i pochi artisti a parlare di ecologia e rispetto per il pianeta scrivendo anche un manifesto, gli ultimi a farlo prima di noi erano stati probabilmente i Futuristi.


Perché la propensione della Cracking Art alla scelta di esporre nelle piazze piuttosto che nei luoghi d’arte?

Noi esponiamo sia in luoghi d'arte sia in luoghi pubblici, questi ultimi per un motivo molto semplice, è difficile installare centinaia di animali in plastica anche di grandi dimensione in piccoli spazi come le gallerie. Inoltre il nostro messaggio vuole arrivare a più persone possibili visto che la tematica trattata è di interesse planetario, ecco perché l'invasione di piazze, strade e centri commerciali.


Come nasce l’esigenza di formare un gruppo di artisti?

Il gruppo ha un impatto maggiore del singolo e aiuta a creare e pensare in modo più ampio e critico. Noi ci siamo trovati avendo un'idea e un fine comune che in 22 anni di lavoro ci ha portato a realizzare oltre 300 installazioni in giro per il mondo.


Il tuo lavoro viaggia dalla collaborazione in squadra al lavoro artistico personale ... com'è la convivenza tra queste dimensioni?

Diciamo che l'esercizio del pensare viaggia a doppio senso, quindi il pensare alle installazioni Cracking o alla mia ricerca personale porta ad un'ulteriore consapevolezza sia in termini filosofici sia artistici in entrambi gli ambiti.


Tutti voi della Cracking Art usate un linguaggio e un pensiero; raccontaci nel tuo caso l’unicità del tuo lavoro …

La mia ricerca personale nasce da un' intima esigenza di raccontare il momento storico filtrandolo attraverso la mia sensibilità, come artista e come uomo. Il mio è il tentativo di risvegliare le coscienze assopite dai media, ridando attraverso un'estetica molto riconoscibile ed accattivante, un valore alla parola spiritualità. Abbiamo più cultura ma minore senso critico, teniamo gli occhi spalancati su monitor sempre più grandi e li chiudiamo di fronte alla verità della realtà, stiamo perdendo la consapevolezza dell'individualità preferendo la stupidità di massa. Siamo un'umanità con l'Alzheimer!

Per quanto riguardo i medium, io uso la fotografia mescolata al silicone o ai colori ad acqua, la resina per alcune sculture, i monitors, progetto installazioni, performances, e un anno fa ho deciso di scrivere un libro che raccoglie gli ultimi tre anni di aforismi, riflessioni, poesie e progetti.


Cracking Art: divertimento o pensiero?

Pensando ci si puó divertire e far divertire. Divertendosi non si smette di pensare. La cracking è ludica nella sua "pelle" di plastica ma ha una grande anima e un messaggio importante per chi vuole scoprirlo.


In un mondo senza limiti, se potessi scegliere senza vincoli … cosa realizzeresti e dove desidereresti installare questa tua opera?

Se parliamo del mio lavoro personale ho un progetto enorme che è al tempo stesso performance, happening musicale e installazione con un messaggio per l'intera umanità, e che si svilupperebbe in 8 capitali del mondo.


Quale credi sia il ruolo dell'artista contemporaneo?

L'artista oggi più che mai deve uscire dal proprio studio e diventare testimone e strumento per il cambiamento necessario alla salvezza della nostra identitá e dell'essere umano. Le guerre cambiano i confini ma solo nella cultura e nell'arte ci sono le chiavi per aprire le porte che conducono al progresso.


"Nel mio specchio tu sei solo il riflesso ma ti ho lasciato credere di essere vero in modo che tu possa capire cosa significa la parola sofferenza"

Marco Veronese


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