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Poesia - Giovanna Mulas



Giovanna Mulas nasce a Nuoro il 6 maggio del 1969. Sin da piccola rivela l’intimo bisogno di espressione poetica e letteraria, quasi per evadere dall’inconveniente degli ostacoli nascosti in diversi ambiti della vita personale. Vive nel bisogno di stringere vincoli spirituali profondissimi con la terra d’origine, nonostante numerosi viaggi e spostamenti. Le scelte la condurranno sempre in Sardegna, al centro del suo destino, dove attualmente vive e lavora. Scrittrice, poetessa, giornalista, pittrice. Pluriaccademica al merito, socio, delegato, presidente onorario di associazioni culturali nazionali ed estere, i suoi racconti vengono tradotti in cinque lingue; vince numerosi premi letterari internazionali; ad oggi ha pubblicato oltre 20 libri tra narrativa, poesia e saggistica; nel 2012 raccoglie il merito e l’onore della Laurea Honoris Causa in Lettere; candidata al premio Nobel per la letteratura. L’autrice reagisce alla vita con l’urgenza di tradurre le sue visioni in ardenti pagine di libri. Si dedica alle giuste cause a favore dei deboli, diffondendo l’idea di una letteratura responsabile che sappia dialogare con il pubblico interlocutore, per soddisfare l’arcana necessità di segnare la storia. In alcune opere l’autrice lascia tracce in versi che evocano il bisogno di onorare la promessa più importante, il patto di sangue stretto con i figli, a cui dedica l’esistenza.


di Annarita Borrelli




Che io sia maledetta


Perché ti amo pelle mia e più ancora l’anima tua, ora ti prego: non dormire. In questo esilio che satura e appiglia mi arresta il respiro che io sia maledetta fino a che non sarà pura la Babele conosciuta, Tua dimora sulla terra. Se vorrò ingabbiare l’anima in poesia Ah, che io sia maledetta! Perché ti amo pelle mia e più ancora l’anima tua ma ora ti prego...non dormire nudo tra domande che ci gemmano la notte nella pioggia lenta e il dosso dolce di un pensiero stendo, muta. Allacciami le gambe, tra le pupille covano i sogni e i versi dove Cadi, in questo nostro fiume dei miei capelli sparsi Noi Astri sanguinari Noi fiamme Noi onde Noi crepuscoli avvinti sempre ardenti e affamati di morsi di età e di presagi, ma Tu piangi Tu gemi Tu (memorie di ulivi fili d’ erba e d’insetti) sei qui e Qui ora ti prego: non dormire. Che io sia maledetta fino a che non sarà pura la Babele conosciuta, Tua dimora sulla terra Perché ti amo pelle mia e più ancora l’anima tua.



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