Still dalla video art "partorir(si)"
Le esperienze modificano la struttura delle nostre connessioni sinaptiche come la nostra capacità di trasformarci e poi adattarci. A tutti sarà capitato di sentire un odore e poi ricordare improvvisamente qualcosa dell’infanzia; chissà quanti mai si saranno chiesti, proprio in quell’istante, il perché di questa preziosa relazione tra corpo e memoria … Su questi sentieri di ricerca artistica maturano le opere di Eleonora Manca. La poetica dell’artista, attraverso la fotografia, la video arte e la video performance, ci racconta la storia di quel contenitore in cui ci ritroviamo e che non possiamo che accettare e curare, il corpo. Apprendiamo, memorizziamo, ripetiamo. Per mezzo di questo circolo virtuoso regalatoci dalla natura, si attiva un processo di integrazione spazio - temporale tra le esperienze presenti ed il passato. Allo stesso modo l’artista, anche attraverso la nudità del proprio corpo, si immola e poi indaga, cristallizza le stratificazioni di questo processo di trasformazione sempre in movimento e, allo stesso tempo, ruvidamente statico, nonostante la sequenza in fotogrammi con cui l’artista narra la propria storia materica; tutto si muove e resta, in continuità mentale … in transito con una sequenza di frame, quasi uguale a se stesso; in ogni immagine solo una leggerissima mutazione di stato, come a sussurrare l’importanza dei dettagli o degli istanti, tutti assolutamente necessari. La storia si racconta a pezzi, a volte è dura da digerire, a volte sensuale e velata, quasi impersonale. La storia ha il suo peso come il corpo che evolve, cresce, muta e si segna. Per ogni cicatrice un ricordo, per ogni ricordo uno scatto e poi la nostra vita che trascorre attraverso le immagini, lì si esprime l’artista attraverso il corpo e le sue espressioni senza veli ricoperte da uno schermo dietro i drappi di una sfumatura.
di Annarita Borrelli
Diary of a Metamorphosis I II III
Video art "partorir(si)"