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Arte - Caterina Arena - Homologazione #2


C’era una volta un mondo socialmente utile, antidepressivo, sano ma sfidante, dedito alla crescita socio – individuale, un mondo fatto di dettagli e maglie strette di sistemi valoriali, oggi ormai dispersi tra diffusissime macchie di omologazioni sociali e comportamentali. Caterina Arena provoca, coinvolge, finge di giocare e poi si isola; un itinerario personale ed artistico che emerge anche attraverso la performance. “Homologazione #2” è il suo strappo di strada, l’evoluzione della sua prima performance “Homologazione”; in questo secondo atto l’artista si concede l’intimità in un gesto ripetuto, ossessivo, discordante come un assillo. Il corpo e l’identità dipinti con la punta delle dita … con imperfetti e apparenti cerchi di microcosmi in equilibrio … l’azione come un chiodo fisso, un’urgenza rapida e fastidiosa di ribadire a se stessi ed al resto del mondo, la nostalgica verità del peccato contemporaneo, riversato nelle diaboliche trame della globalizzazione e dei conseguenti comportamenti sociali, tipici di architetture sempre più nevrotiche e debilitanti come malattie esantematiche. “Uguale a tutti gli altri” è la mania del tormento che si mostra sul ciglio della strada, come un prurito contagioso ed incessante … uno specchio dinanzi agli occhi dei passanti. Un contrastante inno al valore dell’individualità, un solitario che sceglie di ricordare, di osservare ad occhi spalancati il vero, per poi ricercare l’equilibrio attorno a sé come prodotto derivato del proprio centro stabile e silenzioso. La vittoria nella diversità resta la via maestra della consapevolezza individuale e dei suoi riflessi sulle radici del progresso. “Homologazione #2” è l’antipasto della vita, si gusta prima di scegliere. Quanto rammarico sui volti di passaggio …

di Annarita Borrelli



Fotografie di Massimo Minglino


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