Esistere. Trovarsi. Possedere e nello stesso tempo concedersi. Indagare la forma e porla in dialogo con lo spazio, con il tempo, con il ricordo, con l’idea che persiste come elemento concreto ma anche etereo. Provocare ma nello stesso tempo ricercare, accompagnare lo spettatore in quella fantasia costruita su mille rotte capace di diffondere una percettibilità emotiva che lega indissolubilmente come un cordone ombelicale l’immagine che domina e l’istante creativo. Rivelarsi e nello stesso tempo nascondersi per riuscire a comporre un fusione perfetta.
Il percorso del duo artistico Plutino2 (Plutino al quadrato, composto dai gemelli Giuseppe e Pietro, nati a Reggio Calabria nel 1989) si articola su queste combinazioni e accostamenti che rendono la loro ricerca particolarmente rigorosa ed attenta verso quelle “verità-realtà” che vengo concesse e prendono forma dalla forza dall’azione, anche performativa come nel progetto “Lavori in corso”, a cui si associa una riflessione privata, intimistica – che il duo artistico concede - capace di raggiungere tutti e nello stesso tempo di generarne di nuove.
Scultura, pittura, installazione e performance, Plutino2 ci consegna la possibilità di accostarci con diverse sensibilità a questa ricerca-osservazione che diventa uno screening a quattro mani di una realtà in continua trasformazione, custode di un linguaggio, di un dialogo muto, costruito da attimi che sono il risultato di una sintesi profonda, di quell’incontro tra la forza di un gesto, che diventa azione e l’emotività di un racconto.
Il risultato è un percorso che ha come caratteristica intrinseca il silenzio della riflessione. Tutto sembra sospeso, in attesa di un cambiamento. Una quiete (forse apparente), inusuale che spiazza l’osservatore. Plutino2 diventa così azione singolare realizzata dalla pluralità di una differenza equivalente. Un duo artistico che si fonde, si concede con vigore è produce un viaggio utopistico disseminato da tangibili concretezze. Ci si ritrova così ad osservare e a vivere in prima persona queste storie che sono l’allegoria di un futuro che cambia, di un passato che troppo spesso viene dimenticato, di un presente che difficilmente è disciplinato a certe regole.
Giuseppe e Pietro mettono in scena tutta la loro fisicità non solo nei momenti performativi carichi di suggestioni e di forti riflessioni come nella performance “Lavori in corso” dove la perfetta sincronia dei movimenti, complice lo spazio vincolato dalla struttura del ponteggio dove si realizza l’azione, da vita ad una compiuta fusione dei due corpi che diventano poesia, danza, ma in tutti i lavori siano essi di scultura, pittura, installazione, il rapporto fisico è presente più che mai. Ogni segno viene ripetuto per essere trasmesso con tutta il vigore e la delicatezza. Come una preghiera laica composta da gesti che diventano percezioni. Conoscenze.
Ogni percorso viene marchiato con quella memoria che si costruisce attraverso un continuo ritrovarsi, meravigliarsi della scoperta e contribuire a rigenerarla offrendo una nuova soluzione, una nuova esistenza: si da vita così ad un nuovo mondo immaginario di forte impatto visivo ed emotivo. Una ricerca quella di Plutino2 che diviene metafora di un viaggio. Privo di preconcetti, senza l’angosciante ricerca di un lieto fine. Un viaggio impregnato di quel “conceptualis” che diventa anche “spiritualis” grazie ad alcune tematiche affrontate.
Si completa così un racconto compiuto che indaga senza mai inseguire il fragore dell’interesse indotto artificialmente, ma pone l’accento su punti di vista, su una ricerca carica di passione che ci viene suggerita da una visione non allineata con le regole del nostro tempo. Una ricognizione delle memorie e della creatività dei due artisti, un confronto serrato, diretto che incide e coincide nel tentativo di rispecchiare (effetto "mirror") ed esprimere non solo i gesti ma riuscire a catturare anche quelle sinergie, quelle vibrazioni e consumarle per far nascere nuovi equilibri e proporzioni in opere, capaci, di trasmettere e tramandare quella emozioni ed entusiasmi che solo il talento e l’inventiva di Giuseppe e Pietro può concepire.
di Roberto Sottile
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