La memoria vissuta come presenza costante. La memoria come alibi non per nascondersi, ma per rivelarsi al mondo. L’artista scandisce i tempi di questa memoria attraverso la metamorfosi della nostra percezione che diventa respiro costante in dialogo con una scena ruvida senza segni di distinzione. L’idea diventa espressione che l’artista rigenera in nuovo linguaggio artistico dove la memoria scardina regole già precostituite per trasformarle in nuovi punti di vista. Una storia contemporanea che diventa rilettura e interpretazione di nuove emozioni e linguaggi. Quattro tempi: “Astrarre” per diventare pura fantasia; “Appercezione” cioè essere consapevoli delle proprie percezioni, del proprio spazio e delle proprie possibilità; “Estrazione” riuscire in questa nuova condizione ad estrapolare un percorso; “Sineddoche” riuscire ad esprimere un percorso che diventa convivenza, legame sulla base non dell’idea precostituita, ma del risultato delle tracce che questa memoria riesce a segnare.
di Roberto Sottile