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Poesia – Salvatore Cucchiara


Le poesie di Salvatore Cucchiara contengono in sè un universo in fieri. Le sue parole, attraverso una struttura di linguistica sperimentale, ci conducono ad un classico e raffinato straniamento poetico, senza cancellare il richiamo alla realtà oggettiva. Ciò fa, a mio parere, del nostro autore un poeta moderno, attento alla corporeità, al suo richiamo, che sempre troviamo inciso nei suoi versi. La corporeità vissuta come ricordo, come forza irrompente della vita, come epifania del "sacro". I sentimenti che arricchiscono il suo dire sono amari. "Chi danza"? Si chiede il poeta, e noi che lo leggiamo sentiamo che non nel suo malinconico chiedersi egli cerca una risposta, perchè la risposta di cui sente il bisogno può venirgli solo dal mondo che lo circonda, a cominciare dagli affetti più cari. Ma il poeta, si sa, non avrà mai risposte, neppure quando il suo dire pescherà le parole nell'universo più nascosto. Salvatore Cucchiara cerca sè stesso ... nel suo universo in fieri, appunto. Ed è per questo che la sua domanda "Chi danza?", appartiene a tutti noi.


di Anna Palasciano




Titolo:Canto

Vedere fra i corridoi, aperti, silenti,

miriadi di occhi spenti,

di nessuna memoria,

di fiori rinsecchiti,

di cipressi imperanti.

Cercare nel tuo corridoio,

trovare nel tuo canto

un vocalizzo,

d'ira e rimpianto.

Poi volgerti la schiena

e dedicarmi ai passi,

i miei, finalmente.


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