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Arte - Salvatore Cammilleri - Oops!


La nostra superficialità è una maledizione, è grasso che cola … una coppa di panna abbondante … a volte è eccessiva, noiosa … ripugnante. Ormai nulla ci rappresenta più profondamente di tutto ciò appare in superficie. “Oops!” è un’espressione di impertinenza dell’attuale versione della razza umana che non comprende le questioni astratte perché le serve in un contesto in cui caso ed incertezza non sono che astrazioni asincrone del pensiero. Rispettiamo ciò che è accaduto, ma ignoriamo ciò che sarebbe potuto accadere. Siamo poco profondi e non lo sappiamo. L’opera di Salvatore Cammilleri si costruisce nei dettagli e si adagia in uno spazio prospettico edificato come l’involucro della prima vita; resistiamo cristallizzati in una dimensione cavernosa … ci proteggiamo continuamente alle spalle di una barriera placentare, timorosi dei particolari come fossero minute bacche velenose. E poi … è luce alle spalle della nostra incapacità di essere, di questa frivolezza contemporanea che ci rende figli di una società meretrice, mediocri e principianti, falsamente semplici ed innocenti … siamo come fiumi congelati nelle ansie di un parto … quanto meno profondo è il nostro essere, tanto più immediata sarà la nostra paura di annegare. Bisognerebbe rinunciare alla futilità, alla convenzione, alla vanità, ai tacchi a spillo o un pizzico di rossetto sulle labbra … alla delusione. Bisognerebbe osservare la pienezza di quella luce per scorgerne una più grande, nascosta, rossa … preziosa … consapevole, matura. Il mondo non ammette più la fragilità della propria natura … il mondo non si guarda allo specchio, si adatta all’improbabilità del futuro e poi si rifiuta, si contesta, si combatte senza rassegnazione. Com’è pesante la conversazione della gente leggera! Com’è illogica la voce di chi non conosce il valore dell’accettazione della propria natura! “Oops!” segna la strada al prezzo di percepire come contenuto ciò che il resto del mondo chiama forma. In questo modo ci si trova naturalmente in un universo alla rovescia, che contempla il contenuto come qualcosa di assolutamente formale, casuale … inclusa l’origine della nostra vita. C’è speranza d’un tempo che vive tra due primavere, in cui ad un bruco già spunta una piccola ala …C'è chi fa debiti per necessità, chi per leggerezza, chi per vizio, chi per debolezza, chi per corruzione, ma solo il primo, di solito, li paga. Oops! … è più comodo di tutte le battaglie.


di Annarita Borrelli

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