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Arte - Caterina Arena - Homologazione #4/Propagazione


Caterina Arena - Homologazione #4

Installazione

L’opera installativa “Homologazione #4” è un ennesimo passo in avanti oltre il semplice contagio. Questa storia è narrata all’interno di una dimensione nuova ed evoluta rispetto alle coordinate dell’itinerario personale ed artistico di Caterina Arena. Le architetture nevrotiche e debilitanti della vecchia malattia sociale legata ai rischi dell’omologazione, si trasformano in un atto sferico tridimensionale che si moltiplica e si diffonde, come a delineare il senso quasi religioso di una dimora di pace e veleno: il tempio della consuetudine convenzionale. Piovono le tracce dei pericoli legati alle cattive abitudini, quelle che ci costringono negli spazi perversi dell’uniformazione antropologica … siamo attori senza maschere, siamo volti vuoti e inconsistenti, siamo sempre uguali e diversi … siamo azioni ed intenzioni contaminate dalla forza dei modelli sistemici … ciascuno in sé custodisce il tutto, siamo archetipi ed identità collettive … ogni volta che osserviamo le strade vuote e desolate in inverno … o il mare perso nel caldo tepore dell’estate. Ogni sfera è come un errore impazzito che si spinge oltre la vista; ma non c'è nulla di errato nell'intelletto che prima non sia stato negli erranti sensi. L’opera rappresenta una “grande narrazione”, una storia complessiva e comprensiva delle minacce insite nell'inciviltà contemporanea.


Caterina Arena - Homologazione #4 – Propagazione

Art performance

“Homologazione #4” si completa con l’atto performativo “Propagazione”. Lo spazio in cui accade l’installazione diviene, quindi, la scena entro la quale si svolge la live performance. Si propagano gli errori, la materia … il vuoto … si moltiplicano le mani dell’inconsistenza che urlano per raccogliere minacce … si trasmettono i malanni e le affezioni … Così, Caterina Arena si converte in vestale, si purifica e si svuota d’ogni residuo patologico, per consegnare le piaghe sferiche e perfette nelle mani del pubblico che, ancor cieco, si abbandona al contagio. Tanti! … quanti? Tutti martiri di malattie dimenticate, inconsce, subdole … tutti oppressi dal morbo carnefice dell’omologazione … tutti sieropositivi, sconvolti dalla corruzione … tutti sani portatori di infezioni.


di Annarita Borrelli

fotografie di Maurizio Geraci


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