Eccomi, come sempre quando mi accingo a scrivere un testo critico o meglio a gettare emozioni, sensazioni e conoscenze come un fiume in piena, davanti ad un foglio bianco con la Mia penna e, questa volta, il contrasto con la contemporaneità e la tecnologia è ancora più forte… non la tastiera di un computer generazione 2.0, ma alla vecchia maniera scrivo, riprendo, correggo, aggiungo… di solito scrivo in piena notte, nel silenzio assoluto e ovattato; oggi, invece, c’è il sole, sono in compagnia della musica, musica alta, piena di energie, che arriva dal mio Ipod … almeno in questo sono contemporanea… mi immedesimo nello studio atelier di Stefano Bressani, in un palazzo storico dell’antica Pavia, tra colori vivaci, stoffe, la sua vespa d’epoca, presenza iconica del suo essere… ed ecco che le mie mani cuciono la sua arte con le parole …
La sua arte attrae generazioni e culture diverse, è universale, facile da leggere nell’immediato, anche se ricca di simbologia che solo allo spettatore più attento è dato comprendere; dialoga benissimo ed efficacemente da sola con il suo interlocutore; ma con Bressani più che mai, il poter conoscere anche la persona che genera questa arte “fantastica” è determinante per poter entrare a far parte del suo mondo colorato.
Contaminazioni di tempi, di epoche storiche che grazie alla sua tecnica e alla sua indiscussa competenza e conoscenza artistica, grazie al suo innato senso di appartenenza al mondo, al miracolo della vita che, in quanto tale, non necessariamente deve essere collocata in un periodo, calendarizzata, sembra dialogare continuamente tra passato e presente. La sua passione per gli anni d’oro, per i decenni della Dolce Vita e della Pop Art, con il desiderio e necessità interiore della scoperta dell’ignoto, dell’evoluzione e del futuro, permettono alle sue opere di galleggiare magicamente nello spazio con infiniti viaggi nel tempo.
Bressani non è artefice e padre solo dei suoi quadri e dei suoi tessuti, ma anche della tecnica stessa che ha sapientemente elaborato negli anni, fino a renderla perfetta ed accademica.
Ogni sua opera cela segreti, nascosti dietro ogni colore, scelto non per caso o semplice armonia cromatica, ma con emozione, sensazione tattile, ispirazione e ricerca; segreti celati e fissati con la forza dei suoi chiodi, cuciti con le sue pennellate materiche nere che uniscono indissolubilmente ogni trama, ogni piega, ogni congiunzione… come fossero cicatrici del bello, della perfezione, rughe piene di vita, di consapevolezza, di forza che, con la loro fondamentale presenza, rendono tridimensionale l’opera, le danno vita, come fossero l’anima stessa della sua arte. Ed ecco che i chiodi di Bressani simbolicamente tengono fortemente saldi attimi del vissuto ed, ancor più, le rughe nere delle sue opere ci appaiono come la strada percorsa e le scelte quotidiane essenziali per arrivare a scrivere la nostra esistenza.
Sculture vestite, come le identifica ormai la storia dell’arte contemporanea, i lavori di Bressani congiungono tre mondi apparentemente diversi e distanti come quello di pittura, scultura ed architettura che, sapientemente, l’artista ci insegna, ci dimostra che possono coesistere su una stessa tela.
Se ci accingiamo ad “entrare” nelle sue opere, percorrendo le rughe nere, linee profonde come fossero gole e vallate tra i suoi paesaggi colorati, ecco che ci troviamo circondati da monumenti, grattacieli, monti, percorrendo strade talvolta lunghe e dirette verso la meta, spesso tortuose e ricche di deviazioni, di scelte da prendere, come in un labirinto in cui i colori ci possono certamente aiutare con un gioco di memoria visiva, ma anche sorprendere come accadde alla protagonista del Mago di Oz… perché per arrivare alla nostra essenza la vita ci impone decisioni, rinunce, convinzioni ed errori, percorsi talvolta assurdi ma che, insieme, compongono il nostro “io”.
Ed ecco che i colori di Bressani ci appagano lo spirito e cancellano inquietudini, come la magia di un arcobaleno, dandoci un senso di appartenenza al mondo che spesso nella frenesia della quotidianità e dei drammi della vita, ci sembra aver perso… come quando finisce un brano musicale… o ancora quando il sole sembra spegnersi oscurato da un forte temporale…
Entrare nel mondo colorato delle sue incisioni contemporanee, delle sue sculture vestite, ci consente di fare un altro viaggio fantastico nel tempo, nella dimensione, nella tecnica, scoprendo un mondo astratto sapientemente celato nelle rughe del figurativo, perché anche laddove tutto sembra scritto ed elementare, si nasconde sempre un’essenza più profonda, una necessità di ricerca. Proprio come i colori sono e generano luce ed energie, così l’Arte è vitamina ed energia fondamentale della nostra vita, comunicando ogni istante qualcosa di nuovo.
di Serena Mormino