L’iniziativa si iscrive all’interno del progetto “Sicilia BRUCIA D’Amor (Il fuoco che brucia nell’arte)” organizzata dal collettivo CAPA – Collettivo Artisti Protezione Ambiente – che vede come centro nevralgico un altro paese, Castellamare del Golfo, dove tra il 24 e il 25 agosto gli artisti Acnaz , Carlos Atoche, Hopnn, Mathias Pds e altri, dipingeranno sul muro perimetrale dello Stadio per protestare contro i troppi incendi che quest’anno – ma non solo – hanno fatto ardere la Sicilia di dolore.
“Siamo stanchi di guardare la nostra terra al rogo”, dice con rabbia Alessandra Puccio, membro del Collettivo Capa e dell’Associazione TrinArt, “l’unico fuoco che vogliamo è quello dell’arte, vogliamo che incendi i nostri cuori e ci insegni a guardare la Sicilia con occhi diversi”.
Con gli stessi propositi Atoche si è dedicato alla realizzazione del suo murales durante tre lunghe giornate afose; l’artista, famoso soprattutto a Roma, è noto per i suoi murales, spesso di grande dimensioni, che traggono ispirazione dalla statuaria antica greca e romana e dall’arte moderna che ha studiato prima a Lima e poi a Roma. Queste figure plastiche sono sovente unite ad elementi marini o oggetti comuni in modo da restituire uno scenario atemporale, immaginario, ma equilibrato da un tipo di bellezza che potremmo definire “ideale”.
A sostenere Atoche durante le ore di lavoro, oltre Alessandra Puccio, che da tempo porta avanti il suo impegno nei confronti dell’arte e della legalità trasformando la sua casa in residenza d’artista e organizzando eventi, c’era Antonio Vassallo, fotografo ma anche autore del murales più famoso in Sicilia: la scritta “NO MAFIA” in cima alla collina di Capaci, luogo in cui è stato azionato il terribile dispositivo, scintilla dell’attentato al giudice Falcone, a sua moglie, Francesca Morvillo e ai suoi uomini di scorta.
Dagli schermi che quotidianamente ci fanno compagnia, scorrono immagini che non vogliamo e che non siamo disposti ad accettare; mentre la Sicilia subisce le torture degli incendi, il resto del mondo è vittima di altre sciagure. Immagine su immagine, tra una pubblicità e un notiziario, la società dello spettacolo osserva il monitor mentre in testa martella una domanda: “il nostro mondo, è ormai, inevitabilmente corrotto?”.
Quale sarà la via d’uscita? L’arte di certo non ci salverà, ma la capacità di vedere con i suoi occhi forse ci renderà delle persone diverse, forse più vere, forse più corrette.
Intanto il nuovo volto di Capaci volge lo sguardo verso l’orizzonte, scongiurando il male.