Fondersi non per annullarsi, ma per generare una nuova identità. L’immagine diventa una sola, ma costruita attraverso l’integrazione visiva della stessa immagine che viene riprodotta. “Due”, ma in realtà “uno” che dialogano con lo spazio e con il tempo. Ogni movimento è catturato e ripetuto. L’artista compie, così, una crasi visiva generando una nuova identità concreta, visibile che interagisce nello spazio. Azioni che si ripetono, che diventano la prova concreta di una coesione perfetta. Cos’è l’identità? Può essere riprodotta? Domande alle quali l’artista risponde indagando e diventando protagonista di questo racconto “inchiesta”. Coincidenza, sincronismo, coesistenza, le tre regole sulla quale la scena è costruita: coincidenza della condivisione dello spazio; sincronismo nella gestione dei movimenti; coesistenza che diventa convivenza, discernimento dell’esistenza dell’ “altro”. L’immagine dei due volti diventa dipendente dallo spazio, dove le soluzioni di continuità, di legame dell’immagine, viene annullata. L’artista si interroga e ci interroga sull'identità e sulla interazione “personale” nello spazio che diventa simulacro della realtà dove potersi confrontare e rispecchiare. L’immagine si fonde fino a diventare entità impercettibile e si sdoppia senza mai separarsi, riuscendo a ricostituire quegli elementi visivi che ci permettono di “riconoscere” ed identificare il soggetto. Tutto diventa equilibrio, proporzione, stabilità. Osservare è il precetto a cui dobbiamo tendere il nostro sguardo; osservare per condividere, per riuscire a relazionarsi con se stessi e con gli altri.
di Roberto Sottile