Fabio Strinati è un giovane poeta, musicista, che riesce a sospendere nelle sue parole le note musicali come fraseggi che la sua anima riceve, accoglie nel suo silenzioso darsi, ascoltarsi, fino in fondo come un re -fra- in ...che dentro chi lo legge rimane aspettando l'ultima "nota". Un silenzio sincopato che tocca come "Il pianoforte in bianco " inserito nella sua ultima raccolta delle Poesie inedite 2017.
Dita tremano sui tasti dal tempo usati
i suoni del ricordo una nevicata in sentimenti
una fessura al torace si racconta ... frasi
ininterrotte nel vuoto sfumano al vento.
Nel dove nel quando nella corporeità delle sue dita si racconta, ci raggiunge con il tocco del suo pianoforte, bianco non a caso. Il suo linguaggio diventa così un flash back di immagini nuove ma nello stesso antiche, perché eterne.
Giorni lunghi come fraseggi d'anime
è dicembre che non lascia filtrare
caldo né luce sul davanzale
di una stanza vuota e spartana.
Passano lente le locomotive; il fumo
sale in cielo e una nuvola si scioglie
al vento, come versi di una poesia,
fragile o una sbavatura scritta
col palmo della mano.
Tutto si compie in questo giro armonico ma tutto nello stesso resta sospeso come nell'attesa della bacchetta del direttore d'orchestra. Questa sonorità di parole leggere ma nello stesso tempo profonde mi riportano a tratti a certe immagini linguistiche di Virginia Woolf.
di Anna Palasciano